“I cittadini truffati dalle banche devono essere liberi di scegliersi il legale di fiducia e non obbligati a rivolgersi a specifici professionisti. Del resto possono accedere in via diretta ed esclusiva al Fondo indennizzi risparmiatori gestito dallo Stato, senza intermediazione di altri soggetti”. A chiederlo è il consigliere del Partito Democratico Andrea Zanoni, primo firmatario di un’interrogazione sottoscritta dai colleghi del gruppo Graziano Azzalin e Francesca Zottis, in cui si domanda se le condizioni previste dalla Regione per il concorso nelle spese legali garantiscano la libera concorrenza. Nel mirino, in particolare, due delibere di Giunta: la 333/2017 e la 1633/2018 con cui si stabilisce che, per accedere al contributo di solidarietà, associazioni e comitati partecipanti all’avviso pubblico devono, tra l’altro, produrre la ‘documentazione comprovante un rapporto convenzionale con studi legali o con avvocati iscritti al competente Ordine professionale’.
“Quindi per ottenere un contributo previsto per legge, i cittadini dovrebbero rivolgersi solo ad alcuni professionisti individuati dalle associazioni e comitati. Una precondizione – sottolinea Zanoni – che non permette ai truffati di scegliersi l’avvocato di fiducia e che appare in contrasto con le regole della libera concorrenza. Visto che per accedere al Fondo indennizzi le vittime non hanno bisogno dell’intermediazione di parti terze, è incomprensibile la scelta della Regione di inserire, nella domanda di contributo, l’obbligo per associazioni e comitati di comprovare un rapporto convenzionale con studi legali o avvocati. Ci sono persone che hanno già pagato abbastanza per responsabilità di altri e dopo anni finalmente possono essere ristorate, mi sembra assurdo mettere dei paletti che complicano ulteriormente le operazioni”.
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