Truffe Coronavirus, UE: Google ha rimosso 200 milioni di contenuti ingannevoli, eBay 31 mln, Facebook e Istagram 2.3 mln

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Oggi la Commissione europea e la Consumer protection cooperation network (Cpc Network) hanno pubblicato (fonte Public Policy) i risultati del secondo screening di alto livello sulle “truffe Coronavirus“, effettuato a giugno, in seguito all’invito della Commissione a combattere i prodotti e gli annunci ingannevoli legati ai Coronavirus da parte di chi, anche in casi drammatici come questo, non esita a speculare sull’ignoranza e, talvolta, sulla disperazione stessa.

“Su 73 controlli delle principali piattaforme, per un terzo dei casi (23 controlli) si sono trovati un numero significativo di offerte e pubblicità dubbie. Queste aziende – spiega Bruxelles – sono state informate dei risultati complessivi e hanno fornito rapporti aggiornati sulle misure adottate per affrontare il problema”.

“Le principali piattaforme online continuano a seguire il nostro invito a lavorare a stretto contatto con la Commissione europea e le autorità nazionali per la tutela dei consumatori contro le truffe Coronavirus. I controlli più recenti effettuati da queste autorità dimostrano che non è il momento di abbassare la guardia. La cooperazione tra le autorità e i principali attori dei mercati digitali è uno strumento potente ed efficace per proteggere i consumatori in questi tempi difficili”, ha dichiarato Didier Reynders, commissario per la Giustizia.

“Grazie a queste attività – sottolinea la Commissione – Google ha riferito di aver bloccato o rimosso oltre 200 milioni di annunci relativi ai coronavirus a livello globale negli ultimi mesi, ed eBay ha riferito di aver bloccato o rimosso oltre 31 milioni di annunci che hanno violato le loro politiche in materia di coronavirus. Facebook ha dichiarato di aver rimosso almeno 2,3 milioni di contenuti tra Facebook e Instagram in tutto il mondo relativi ai coronavirus, con 27.000 rimossi all’interno dell’Ue nel corso del mese di maggio”.

“La maggior parte delle piattaforme – si legge – ha riportato un netto calo negli elenchi di prodotti correlati al coronavirus nelle ultime settimane. Ad esempio, Amazon ha riportato un calo del 95% nel numero settimanale di nuovi annunci di prodotti che tentano di fare dichiarazioni relative ai coronavirus rispetto alla media di marzo, con Rakuten e Allegro che hanno riportato tendenze simili”.

“Le autorità Cpc – conclude la nota – daranno seguito a questi risultati e, se necessario, adotteranno misure coercitive, mentre la rete continuerà a lavorare sui temi delle frodi”.