dalla inviata de laRepubblica negli Usa ANNA LOMBARDI
Nel 2016, anno in cui vinse le elezioni, Donald Trump pagò appena 750 dollari di tasse federali. Stessa cifra l’anno successivo. Non basta: per dieci dei quindici anni precedenti, non ha pagato un dollaro. Lo dice il New York Times, in uno scoop attualmente pubblicato sul sito che certamente domani sarà l’apertura del giornale. Una notizia esplosiva, un siluro sulla campagna di President Trump – già indietro nei sondaggi – che arriva a meno di 48 ore dal primo dibattito presidenziale e a cinque settimane dalle elezioni.
“Non ha pagato alcuna imposta per i dieci anni precedenti, soprattutto perché ha riportato più perdite di denaro che guadagni”, rivela ancora il quotidiano di New York, di fatto dando sostanza a voci che si sentivano da tempo. Altro che imprenditore di successo, insomma. Proprio fallimenti e mal gestione sarebbero il motivo per cui da anni il presidente rifiuta di consegnare le sue dichiarazioni dei redditi, e per evitarlo ha pure ingaggiato un braccio di ferro legale con i democratici.
Le carte ottenute dal New York Times si fermano al 2017 (mancano, cioè, le dichiarazioni del 2018 e del 2019) mostrano che Trump ha debiti per centinaia di milioni. E ha pure diversi problemi legati alle proprietà della sua Trump Organization per colpa di una serie di operazioni di storno fatte proprio per aggirare il fisco.
Mentre incombe su di lui pure una battaglia con l’Internal Revenue Service, l’agenzia governativa che appunto si occupa di riscuotere le tasse, sulla legittimità di un rimborso fiscale di 72,9 milioni di dollari. Soldi rivendicati – e ricevuti – sostenendo di aver subito perdite enormi. Ebbene: una sentenza negativa, lo costringerebbe a sborsare almeno 100 milioni di dollari. Per questo, sostiene ancora il quotidiano della Grande Mela nell’articolo firmato a tre mani da Russ Buettner, Susan Craig e Mike McIntire, il presidente dipende sempre più da guadagni fatti con aziende che lo mettono in costante conflitto d’interesse con il suo ruolo.
A spiegare la decisione di pubblicare le carte in un momento così cruciale, è il direttore del NYT, Dean Baquet: “I cittadini devono sapere il più possibile dei loro leader. Conoscere le loro priorità, le loro esperienze e sì: pure le loro finanze”. Ricordando come fin dagli anni Settanta “tutti i presidenti hanno pubblicato le loro dichiarazioni dei redditi. Secondo tradizione, chi fa politica non deve cercare con le sue azioni benefici finanziari. Trump ha rotto questa consuetudine”.
La reazione del presidente, non si è fatta attendere: ha subito bollato come “Fake News” l’articolo. “È una notizia falsa, totalmente inventata. Ho sempre pagato le tasse. Il fisco ce l’ha con me: da tempo mi trattano molto male”. Aggiiungendo: “Sapevo che stavano preparando una storia negativa su di me. Eccola. Era prevedibile. Ed è falsa”.
I veri introiti del presidente, lo scrive ancora il NYT, restano comunque un mistero: “Le informazioni di cui siamo a conoscenza sono quelle date dallo stesso Trump al fisco, non il frutto di un’indagine indipendente. A quanto davvero ammonti il suo patrimonio nessuno lo sa”.