Anche la Federazione di Vicenza del Partito di Rifondazione Comunista ha voluto commentare l’assalto al Campidoglio dei sostenitori di Trump, il quale ha giocato con il fuoco prima incitandoli (fight for me) salvo poi, pare su insistenza della figlia, e dopo lo scempio di Capitol Hill invasa e saccheggiata dai “barbari”, con un grosso e indelebile sfregio a quella che doveva essere la democrazia più grande del mondo e 5 morti, tornare indietro invocando “law and order”, legge e ordine. Ora Trump è stato bandito dai social e rischia pure l’impeachment per i 10 giorni che gli restano di mandato.
“La sceneggiatura che Trump ha scritto – elezioni rubate e invasione dei palazzi istituzionali – ricorda i golpe made in USA, come quello in Bolivia contro Morales o quelli ripetutamente tentati in Venezuela, senza dimenticarci dell’11/09 ma del 1973, in Cile – affermano i militanti di Rifondazione -. L’assalto al Parlamento probabilmente ha avuto lo scopo del gesto/evento fondativo di movimento politico, ma anche della conta dei “proud boys” pronti a seguirlo. La facilità con cui questa massa eversiva ha potuto raggiungere, e sfondare, le porte del Congresso rende evidente che nella polizia ci sia larga simpatia per il trumpismo; non è chiara la dinamica ma tutto fa supporre questo; ed anche la tranquillità e la quasi gentilezza con cui, a ora del coprifuoco scoccata, la Guardia Nazionale ha trattato i dimostranti, ci autorizza a pensarla così. Inoltre, metà dell’elettorato repubblicano approva”.
“Il trumpismo è un sintomo non la causa della crisi del modello oligarchico e neoliberista nordamericano. Sarebbe ora che la si smetta nel nostro paese, tra i commentatori come nella politica, con l’esaltazione di un modello fallimentare sul piano democratico e sociale. Seguendo la diretta del 6 gennaio sera, non c’è stato un solo giornalista della TV o della carta stampata che abbia avuto un sussulto di dignità e abbia, con aggettivi appropriati, detto cosa veramente siano gli USA: un paese perennemente in guerra col mondo intero, portatore di ideologie con bombe e invasioni, capace di affamare un piccolo stato come Cuba per 60 anni, capace di violenze inaudite su nazioni e popoli, e tutto questo ratificato dentro le aule del Congresso”.
“Non può essere considerato modello il paese che ha il record mondiale di detenuti e di omicidi per mano della polizia, una fortissima disuguaglianza economica e sociale – prosegue Rifondazione – che non garantisce a tutti l’assistenza sanitaria, con milioni di senza tetto e la più stratosferica spesa militare; che è continuamente teatro di violenze razziste contro la minoranza afroamericana; dove si comprano liberamente mitragliatori e circolano milioni di armi da fuoco; con numerosi Stati che continuano ad applicare la pena capitale.
È più forte la critica di quel modello negli USA stessi che sulla stampa e nella politica italiana
L’idea di smantellare il modello sociale e democratico europeo per importare la deregulation neoliberista ha fatto solo danni. Negli USA la sinistra socialista di Sanders e Cortez si batte per ottenere diritti che in Europa i governi di centrodestra e centrosinistra da anni stanno cancellando”.
“È ora di smetterla con l’esaltazione del modello istituzionale ed economico nordamericano e con l’allineamento con le sue prepotenze imperialiste sul piano mondiale. E in tutta questa faccenda non va mai dimenticato che tra i politici italiani ce ne sono diversi che hanno preso lezione da Trump: ce n’è uno in particolare che per tutto il periodo della campagna USA se n’è andato in giro mettendo in bella mostra la mascherina con il nome “TRUMP”. Per contrastare i trumpiani di casa nostra sul piano istituzionale sarebbe ora di finirla con la retorica della semplificazione del sistema politico. Sono evidenti tutti i rischi di un modello presidenzialista in cui purtroppo anche da noi stiamo scivolando e la superficialità con cui sono stati manomessi gli equilibri costituzionali con i sistemi maggioritari dell’ultimo trentennio”.
“C’è bisogno invece – concludono i militanti di Rifondazione – di ripristinare la lettera e lo spirito della Costituzione nata dalla Resistenza, a partire dalla legge proporzionale pura voluta da chi il fascismo l’aveva combattuto”.