Trump trionfante, confusionario, pericoloso ma non più inarrestabile

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di Stefano Vaccara NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Anche questa settimana, Donald Trump è stato il protagonista assoluto della scena politica americana e mondiale. Negli Stati Uniti, ogni giornale, ogni rete televisiva ha aperto ogni giorno con lui. Dal suo discorso al Congresso ai rapporti con l’Ucraina, dalle tensioni commerciali alle sconfitte in tribunale, le sue dichiarazioni e azioni hanno scatenato reazioni forti e analisi critiche.

Martedì sera, Trump ha parlato per 100 minuti davanti al Congresso, il discorso più lungo mai tenuto da un presidente. Mentre i repubblicani lo hanno accolto con applausi e toni trionfalistici, i democratici hanno scelto una protesta silenziosa, alzando piccoli cartelli di dissenso-che però, la sera stessa, sono stati presi in giro dai comici in TV. Un deputato del Texas, Al Green, invece, ha interrotto il discorso gridando contro le politiche di tagli al Medicaid di Trump e per questo è stato espulso dall’aula e poi è stato censurato da un voto della stessa Camera in cui alla maggioranza repubblicana si sono uniti dieci democratici.

IL NONO EPISODIO DI AMERICAN WEEK

Molte parti del suo discorso, subito dopo, sono state smontate dai fact-checker, rivelandolo pieno di falsità e numeri inventati. Tra le dichiarazioni più assurde: Social Security e i “pensionati ultracentenari“: Trump ha letto una lunga lista di numeri, sostenendo che milioni di persone con oltre 120 anni starebbero ancora ricevendo assegni della Social Security, alcune addirittura nate più di 150 anni fa. ? Totale falsità. È vero che esistono casi di persone decedute i cui nomi non sono stati rimossi dal sistema, ma il Social Security ha un meccanismo di verifica della vita che blocca i pagamenti a una certa età senza prova d’esistenza in vita.

Paragone con George Washington: Trump ha affermato di aver fatto più del primo presidente degli Stati Uniti. Un’affermazione che gli storici hanno liquidato come ridicola. Anche la lettera di Zelensky ha creato critiche: Trump ha letto un passaggio in cui il presidente ucraino si dice pronto a negoziare con la Russia. Ma questa dichiarazione arriva dopo il fallimentare incontro tra i due alla Casa Bianca, in cui Trump ha sospeso gli aiuti militari all’Ucraina e anche lo scambio di intelligence tra i due paesi, apparendo sempre più sbilanciato dalla parte della Russia di Putin.

Sapeva Zelensky che Trump avrebbe subito rivelato pubblicamente il contenuto della sua lettera diplomatica? Martedì sera, Trump ha anche rilanciato la sua politica protezionistica confermando i dazi su Canada, Messico e Cina e nuove tariffe su Unione Europea, Brasile, India e Corea del Sud. Il giorno dopo, la borsa ha subito un crollo, con gli economisti che avvertono che l’inflazione aumenterà. Trump ha fatto marcia indietro già giovedì, concedendo un mese di rinvio sui dazi che colpiscono l’industria automobilistica americana, fortemente dipendente dai componenti importati dal Canada.

Trump martedì ha nuovamente espresso il suo desiderio di prendere il controllo della Groenlandia, dichiarando: “In un modo o nell’altro, la prenderemo”. Ha poi dichiarato che gli Stati Uniti riprenderanno il controllo del Canale di Panama, nonostante il governo panamense abbia più volte ribadito che ciò non accadrà mai.

Abbiamo chiesto all briefing al Palazzo di Vetro dell’ONU un commento al portavoce del Segretario Generale Antonio Guterresl e Stéphane Dujarric ha risposto così: “Tutti i 193 Stati Membri che hanno sottoscritto la Carta devono rispettarne gli articoli, gli ideali, la prevenzione della guerra e il principio di sovranità e integrità territoriale”. Intanto sempre martedì al Congresso Trump ha elogiato Elon Musk, presente in aula, per aver ridotto le spese pubbliche con il licenziamento di migliaia di dipendenti federali. Ma emergono errori e dati gonfiati.

In un elenco di tagli pubblicato dal Dipartimento DOGE, il nuovo organismo creato da Trump con Musk a capo, è stato indicato un risparmio di 60 miliardi di dollari, quando in realtà la cifra corretta era 600 milioni. Crescono le proteste tra i dipendenti federali, che si trovano licenziati senza garanzie o procedure trasparenti.

Intanto la decisione dell’amministrazione di bloccare i finanziamenti alle agenzie umanitarie internazionali è stata annullata dalla Corte Suprema, che ha revocato il congelamento dei fondi. Una sconfitta legale importante per Trump, con un dettaglio significativo: a votare contro il blocco è stata Amy Coney Barrett, giudice da lui stesso nominata. Un segnale di come la giustizia americana, almeno per ora, stia riuscendo a frenare gli eccessi del presidente.

Un’inchiesta del New York Times appena pubblicata rivela che politici, accademici, giornalisti e dirigenti aziendali temono ritorsioni da parte di Trump e Musk. Steven Levitsky, politologo di Harvard e autore del libro How Democracies Die (Come muore la democrazia), ha dichiarato: “Quando figure chiave della società modificano il loro comportamento per evitare l’ira del governo, significa che abbiamo superato il confine verso una qualche forma di autoritarismo”.

Eppure, Trump ha subito una battuta d’arresto quando la giudice Barrett, da lui stesso nominata, ha votato con i democratici per sbloccare i fondi umanitari. Trump continuerà a spingersi oltre il bivio dell’autoritarismo che la democrazia americana non ha mai conosciuto? Dovesse farlo, sarà fermato dai contrappesi istituzionali?

– Foto Ipa Agency –

(ITALPRESS)