“Tubone” anti-Pfas, prime operazioni sul territorio e rilievi

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Pfas, è emergenza sanitaria

Sul progetto per il “tubone” per rifornire di acqua senza PFAS i territori interessati dalla problematica nei prossimi giorni inizieranno i rilievi sui terreni e si chiede per questo la collaborazione dei cittadini. Ecco la comunicazione di acquevenete

Partiranno nei prossimi giorni i rilievi dei tecnici acquevenete, propedeutici alla realizzazione
della condotta Ponso-Montagnana che servirà alla definitiva risoluzione della problematica
di inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche nel territorio servito.

In questi giorni si sta completando la progettazione definitiva per questo intervento,
previsto nel piano degli interventi emergenziali e denominato “Opere prioritarie – Modello
strutturale acquedotti del veneto – Estensione dello schema nell’area MonselicenseEstense-
Montagnanese per emergenza PFAS”. acquevenete è stata individuata quale soggetto
attuatore dal Commissario Delegato per i Primi Interventi Urgenti di Protezione Civile,
a seguito della contaminazione da PFAS delle falde idriche nei territori delle province di
Vicenza, Verona e Padova.

Proprio per ultimare la progettazione definitiva, e partire al più presto con i lavori, i tecnici
acquevenete avranno la necessità di accedere alle aree pubbliche e private per effettuare
operazioni di rilievo dei luoghi, misure planimetriche, georeferenziazione di capisaldi, su
tutto il tracciato di progetto.

I tecnici saranno riconoscibili dall’esibizione della apposita delega rilasciata da acquevenete
e saranno operativi dal 20 maggio, indicativamente fino al 30 giugno 2019, nei territori dei
comuni di Borgo Veneto, Monselice, Montagnana, Ospedaletto Euganeo, Pojana Maggiore,
Ponso. acquevenete ringrazia in anticipo per la collaborazione.

Cambiare le fonti di approvvigionamento, andando a rifornirsi di acqua presso punti di
produzione totalmente estranei all’inquinamento, è l’obiettivo centrale del progetto che,
per la parte di competenza di acquevenete, corrisponde a un intervento di circa 15 milioni
di euro. Si prevede l’estensione da Ponso a Montagnana, e quindi fino a Pojana Maggiore,
dell’attuale condotta Monselice-Ponso, così da garantire l’arrivo di acqua a presenza zero
di PFAS, sfruttando una produzione residua notturna della fonte di Camazzole, con la realizzazione di un apposito serbatoio a Montagnana.

Il montagnanese potrà ricevere acqua pulita da est, anziché rifornirsi da ovest, dove si è verificato l’inquinamento da PFAS. La nuova condotta seguirà il tracciato previsto della strada regionale 10. La fonte di Camazzole, nuovo punto di approvvigionamento di acqua completamente pulita, sarà al centro del piano di sicurezza delle acque che stanno predisponendo i gestori, il Water Safety Plan, a protezione e monitoraggio costante di questo importante punto di produzione.

In attesa di questi interventi che risolveranno definitivamente la problematica, acquevenete
ricorda che già oggi l’acqua erogata a Montagnana rispetta l’obiettivo “PFAS Zero”:
l’attuale frequenza nella sostituzione dei filtri permette infatti di mantenersi sempre entro
i rigorosi nuovi limiti fissati dalla Regione Veneto. I dati sono consultabili nel portale www.
acquevenete.it alla voce “Qualità dell’acqua” e sono pubblicati anche nella nuova bolletta
di acquevenete.