Tunisino rimpatriato: era l’autore delle “spaccate” ai finestrini delle automobili a Vicenza

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Polizia di Stato di Vicenza

Un tunisino 45enne accusato di furti nelle automobili a Vicenza è stato scortato al Centro di permanenza per i rimpatri di Gradisca d’Isonzo.

L’uomo, recluso per gravi reati, è ritenuto l’autore delle cosiddette spaccate ai finestrini di automobili in sosta in diverse zone di Vicenza, dal Laghetto a San Bortolo e fino in centro: “Da mesi – spiega oggi la questura di Vicenza – il tunisino attendeva il calare della notte e, dopo aver infranto il vetro delle auto in sosta, prelevava tutto quello che reperiva all’interno dell’abitacolo”.

A breve, verrà imbarcato su un volo aereo per il paese d’origine. In città vantava un curriculum criminale piuttosto “ricco”: era stato infatti più volte denunciato e arrestato per diversi reati, dai furti e dalla ricettazione al possesso ingiustificato di chiavi e grimaldelli. Si era inoltre reso protagonista in negativo di minacce e atti persecutori nei confronti dell’ex coniuge. Aveva inoltre sulla testa un foglio di via dalla città di Vicenza per la durata di 3 anni.

Ieri, il tunisino era stato arrestato dalla polizia a seguito della segnalazione di una donna che lo aveva notato a Campo Marzo mentre si spostava su una bicicletta che le era stata precedentemente rubata.

Dopo essere stato fermato e identificato, il questore di Vicenza, Paolo Sartori, ha emesso nei suoi confronti l’ordine di allontanamento dal territorio nazionale.

“L’adozione di provvedimenti come questo – ha detto il questore – rappresentano uno strumento indispensabile dell’azione a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. In tal modo, infatti, si evita che possano radicarsi sul nostro territorio soggetti pregiudicati e privi del necessario titolo per soggiornare in Italia, i quali, con i loro comportamenti, non solo dimostrano di non aver alcuna volontà ed interesse ad integrarsi ed a rispettare le leggi del nostro Paese ma, al contrario, destano particolare allarme sociale nella cittadinanza e compromettono la civile convivenza”.