
(Articolo sul tunnel Schio-Valdagno da Vicenza PiùViva n. 296, sul web per gli abbonati ora anche il numero di 297 di aprile, acquistabile in edicola in versione cartacea).
Tunnel Schio-Valdagno. Ecco la posizione dei sindaci Maurizio Zordan e Cristina Marigo, entrambi comunque in piena sintonia per trovare soluzioni condivise e sostenibili con il territorio e la Provincia.
E’ stato uno dei suoi principali cavalli di battaglia, evidentemente vincenti, nella campagna elettorale che lo scorso anno l’ha portato sullo scranno più alto della vita politica valdagnese.
Maurizio Zordan, da abile ed affermato imprenditore di successo, aveva spinto forte per rendere gratuito a tutti il passaggio del tunnel tanto da considerare il pedaggio come «un ostacolo e un dazio perché se va oltre i costi di una gestione normale di un’opera assume una connotazione di strumento per fare cassa e questo non è accettabile». Dichiarazioni forti, rilasciate al quotidiano della provincia che le ha pubblicate lo scorso primo ottobre, che testimoniavano quanto il primo cittadino e tutto il suo territorio volessero arrivare a questo obiettivo.
A distanza di qualche mese, e soprattutto di qualche totale diniego all’ipotesi di gratuità, il sindaco laniero non ha del tutto abbandonato questa battaglia ma sicuramente ha una posizione meno intransigente. Il suo ragionamento invita a pensare oltre i vincoli di bilancio. »Dobbiamo essere in grado – afferma Maurizio Zordan – di guardare al complessivo vantaggio di competitività per i due territori e cercare di non fermarsi a meri ragionamenti contabili.
Se vogliamo continuare a rappresentare una fonte importante del PIL nazionale, se intendiamo creare un’accademia degli studi con un polo universitario politecnico e favorire una vera integrazione delle due vallate sfruttando anche la linea ferroviaria di Schio, allora dobbiamo superare certi ostacoli».

Zordan parla di visioni strategiche che escano dall’ottica sovra comunale e che siano in grado di coinvolgere la Regione Veneto che potrebbe intervenire rendendo il traforo dello Zovo alla pari di altri tunnel (non autostradali) che non sono a pagamento.
«Credo che un tentativo a livello regionale potrebbe essere fatto – aggiunge Zordan – per verificare in che modo si potrebbe non far pagare il tragitto del nostro tunnel come accade in altre gallerie del territorio veneto; ricordo, ad esempio, che tratti stradali simili che hanno la stessa funzione di collegamento tra aree diverse, vedi le costruende varianti in galleria alla SS51 “di Alemagna” in Cadore, provincia di Belluno, non prevedono pedaggio.
Il dialogo con gli altri Comuni, con gli enti di categoria e con la Provincia di Vicenza prosegue e siamo pronti a dare il nostro supporto politico con piena collaborazione».
Su questo punto, ovvero la disponibilità ad un confronto aperto con tutti gli attori, c’è uniformità di vedute con la sponda scledense, anche se il sindaco Cristina Marigo ha sempre mantenuto una posizione più attendista e meno fiduciosa rispetto all’eventualità di arrivare al pedaggio gratuito.
«Con la Provincia era necessario un confronto – esordisce la prima cittadina scledense Cristina Marigo – e questo è avvenuto in un clima di dialogo e confronto aperto su tutte le ipotesi ma, in questo specifico momento, l’eventualità di non far pagare il ticket è praticamente da escludere. Il tunnel non è una strada che si rattoppa “alla bell’e meglio”, perché necessita di mirati e continui interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Non siamo ancora arrivati al dunque ma alcune soluzioni che potrebbero portare ad ulteriori agevolazioni, oltre a quelle già previste dal 2017, si possono elaborare, per lo meno verso alcune categorie professionali.
Sono questioni che vanno pianificate con attenzione e che richiedono tempo – aggiunge Marigo – perché scelte affrettate potrebbero creare anche problemi di sicurezza se si dovesse rinunciare ad introiti che in questo momento garantiscono una percorribilità a norma e con tutte le garanzie del caso. Il presidente della Provincia Andrea Nardin ha sempre dimostrato la buona volontà di affrontare la questione con mente aperta, anche se questioni di bilancio gli impongono prudenza e limiti d’intervento».