Cercasi “disperatamente” cuochi, camerieri e in generale personale per il settore turismo (ad esempio bartender, ma anche pasticceri, pizzaioli e altro ancora.) E’ la fotografia scattata per il Vicentino dall’ultimo rapporto del Progetto Excelsior Unioncamere del luglio scorso.
Scorrendo l’elenco dei “lavoratori previsti in entrata per gruppo professionale”, infatti, la qualifica più richiesta è quella dei “cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici”, per i quali in provincia si richiedono 880 unità, staccando di gran lunga tutte le altre professionalità, ad eccezione degli operai metalmeccanici ed elettromeccanici (per i quali la previsione di entrata è di 800 unità).
Il problema nasce però a guardare un’altra rilevazione della ricerca “Excelsior”, quella cioè della “difficoltà di reperimento” da parte delle aziende, che per i cuochi e le altre professioni del settore viene indicata al 36%. Due le ragioni per le quali le imprese non trovano queste figure: da un lato la “mancanza di candidati” (che pesa il 24%), dall’altro la “preparazione inadeguata” (al 10,7%).
“Sono dati che rappresentano bene la realtà, anzi, a mio avviso sono pure un po’ sottostimati rispetto alla situazione reale: questo è un settore che offre ottime opportunità lavorative – è il commento di Ernesto Boschiero, direttore della Confcommercio di Vicenza -. Cuochi, aiuto cuochi, pizzaioli, personale di sala e per i bar, pasticceri, sono tutte figure molto ricercate e difficilmente reperibili secondo gli standard di preparazione oramai richiesto dalle nostre imprese: per questo è essenziale formarsi. Non a caso chi esce dai corsi a qualifica regionale dell’Università del Gusto di Creazzo, la nostra struttura formativa, non ha praticamente problemi a trovare subito un’occupazione. Abbiamo percentuali altissime di occupati tra i nostri allievi, che sfiorano il 90% entro qualche mese dalla chiusura del corso, mentre quasi il 70% ha già una proposta di lavoro ancor prima di sostenere l’esame di qualifica finale”. La situazione di carenza di queste figure professionali non riguarda esclusivamente il periodo estivo, solo in parte influenzato dalla stagionalità dei territori turistici, anzi: nel marzo scorso, ad esempio, le figure ricercate erano 760, ma la difficoltà di reperimento era ancor più alta, arrivando al 46%.
“Non passa giorno che qualche operatore non ci segnali il problema – sottolinea il direttore Boschiero – e anche se le scuole alberghiere negli ultimi anni hanno visto crescere i loro alunni, il problema è che non tutti, poi, intraprendono questo percorso professionale e chi lo fa non sempre ha quelle competenze pratiche richieste quando si entra nel ciclo di lavoro di una cucina professionale. Per questo – continua Boschiero – siamo intervenuti con il nostro centro di formazione, proponendo più edizioni di corsi a qualifica regionale riconosciuta dalla Regione del Veneto, che con 300 ore di aula e laboratori e 300 di stage in azienda consentono sia di garantire una full immersion pratica a chi già è formato nella teoria, sia di acquisire tutte le competenze necessarie a chi si affaccia per la prima volta in questo mondo, e non sono pochi. Il valore aggiunto di questa formazione deriva proprio dal nostro dialogo costante con le imprese del settore associate: facciamo sintesi delle esigenze e adeguiamo i percorsi in base all’evoluzione delle richieste e degli stili di vita dei consumatori”.