“Riconoscimento, valorizzazione e promozione del turismo esperienziale” è il titolo della proposta di legge presentata dai consiglieri regionali Tommaso Razzolini e Raffaele Speranzon di Fratelli d’Italia e dal vicepresidente dell’assemblea veneta Ignazio Finco (Liga veneta).
“La proposta di legge – dichiara il primo firmatario Razzolini – vuole riconoscere le diverse forme di turismo esperienziale venete e disciplinare requisiti e caratteristiche delle relative offerte, in quanto attività aventi carattere didattico, culturale e ricreativo, con particolare riguardo a forme di partecipazione ad attività ed eventi significativi dell’anno agrario e forme di conoscenza e di partecipazione a processi produttivi artigianali tipici, a carattere artistico o tradizionale”.
“La pandemia da Covid-19 ha messo in forte crisi il comparto turistico italiano – continua l’esponente di Fratelli d’Italia – e in Veneto il turismo è la prima industria con 18 miliardi di fatturato. L’enoturismo, prima della pandemia valeva oltre 2,6 miliardi di euro solo in Italia. Da qui l’idea di puntare sulla vendemmia turistica a carattere didattico per contribuire a rilanciare il settore. Ricordiamo, inoltre, che nella nostra regione non c’è solo il vino a contribuire alla ricchezza del paesaggio e del patrimonio agricolo, ma ci sono un centinaio di prodotti a denominazione di origine, oltre ai 384 prodotti tradizionali”.
“La valorizzazione del turismo esperienziale rappresenta una grande opportunità per le piccole imprese dell’artigianato che sono il motore dell’economia in Veneto – aggiunge il vicepresidente Finco – Il concetto di vacanza è mutato negli ultimi anni ed è stato stravolto con l’emergenza sanitaria, si sta iniziando a preferire sempre di più un tipo di turismo esperienziale in contrapposizione ad un turismo di massa. Ciò che conta è vivere un’esperienza personale, intima, esserne protagonista e non solo spettatore. Per questo il turismo esperienziale spesso viene associato allo Slow Tourism, alla riscoperta della nostra cultura e tradizioni, del territorio rurale e delle botteghe artigiane. Con questa iniziativa legislativa – ribadisce Finco – vogliamo dare veste istituzionale a questo tipo di turismo e agricoltura esperienziale che nei prossimi anni sarà sempre più gettonato, diffuso e strutturato, e potrà dare nuove importanti opportunità alle imprese venete e ai giovani che decideranno di investirvi il proprio futuro”.
I sette articoli della proposta di legge definiscono criteri e requisiti del turismo esperienziale e prevedono contributi regionali, secondo una programmazione da definire d’intesa tra Giunta e Consiglio, per le attività che promuovono forme partecipate di turismo esperienziale. La dotazione finanziaria iniziale della proposta di legge è di 100 mila euro.
“Cultura, storia e artigianato rappresentano un mix identitario del Veneto e della sua attrattività turistica – conclude Razzolini – basti pensare alla lavorazione del ferro battuto del Cadore, a quella del legno nelle località montane, ai vimini lavorati in provincia di Belluno, ai merletti di Burano, all’oreficeria in terra berica, all’arte decorativa e del restauro di Padova, all’arte del vetro a Murano, alle botteghe delle maschere a Venezia o alle ceramiche venete di Bassano. La ripartenza e lo sviluppo turistico del territorio Veneto potrebbero cominciare proprio da qui, dalla riscoperta e valorizzazione in chiave turistico-esperienziale delle ricchezze rurali, enoturistiche e artigianali della terra veneta”.