A Vicenza e dintorni si parla continuamente di antifascismo, di paura di tornare al passato, di populismo (che piaceva però a Lenin) quando si tratta di partiti o movimenti che non sono quelli identificabili nel coacervo di sigle dietro cui spesso si nasconde la sinistra e collegati. Quando invece si tratta di prese di posizioni anche eclatanti come quella a Schio, che appartengono alla sinistra e collegati, allora è un’altra faccenda.
Lì, infatti, un privato cittadino espone un chiaro manifesto contro Israele, paese amico dell’Italia, e lo accusa di razzismo, non sapendo nemmeno che coloro che furono perseguitati per la razza furono proprio gli ebrei e che anche il fondatore della sinistra moderna, Karl Marx, si scagliava contro gli di loro (si legga la Questione ebraica)
Il silenzio e la condivisione certa si impongono anche di fronte alle peggiori espressioni e nemmeno le autorità preposte si adoperano per togliere l’onta che grava su un’intera comunità. Anzi il Sindaco Valter Orsi, richiamato a rimuovere lo sconcio manifesto, pare si sia trincerato dietro al “è casa privata e non posso fare nulla“. Ponzio Pilato non avrebbe saputo fare di meglio. Eppure, se lo volesse, potrebbe certo esprimere e pubblicamente a gran voce il suo dissenso ai giornali, alla radio su Twitter su Facebook, la sua estraneità e con lui di tutta la città a queste espressioni, che non favoriscono certo la pace e la convivenza tra i popoli. Invece tace, un silenzio che lascia adito ad ogni pensiero negativo. Si dirà che Orsi è espressione del centro destra ma, comunque, se questo è il segno dei tempi, allora questi gravi saranno.