Twitter/Musk, François-Marie Arouet (Aduc): maggiore libertà d’espressione? Per Tesla la Cina è il secondo mercato dopo gli Usa

624
Elon Musk
Elon Musk

Il giorno dopo l’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk, è bene domandarsi a cosa possa corrispondere la volontà del miliardario di trasformare il social network in “un’arena aperta per la libertà di espressione” – si legge nella nota che pubblichiamo sulla sanità in Europa a firma dell’Aduc (qui altre note dell’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –. Già l’annuncio di acquisizione ha visto il favore della destra Usa, che da sempre critica Twitter per aver favorito i Democratici (1).

Nell’Unione Europea, il commissario responsabile per il mercato interno, Thierry Breton, ha avvertito che il social network “dovrebbe adattarsi pienamente alle regole europee”. E sembrerebbe evidente che Twitter dovrebbe comunque rispettare le regole europee, soprattutto quelle che dovrebbero entrare in vigore a fine anno, il Digital Services Act (DSA) che prevede una equiparazione tra norme e leggi online e offline (2).

I dubbi

Elon Musk in passato ha dimostrato di avere una concezione personale della libertà di espressione, esplicitando la censura verso chi lo criticava.
Nel luglio 2018 ha definito “pedofilo” un britannico che aveva partecipato al salvataggio di bambini intrappolati in una grotta in Thailandia. L’interessato aveva qualificato come “marketing” l’offerta di Musk di contribuire al salvataggio con un sottomarino tascabile.

Lo stesso anno, per bloccare alcune analisi finanziarie critiche su Tesla di un blogger su Internet, ha telefonato per lamentarsi con l’azienda che impiegava l’utente di Internet.

A questo si aggiungano alcuni eventi in cui Musk mostra poca disponibilità verso contropoteri come, per esempio, i sindacati: “Perché pagare le quote sindacali e rinunciare alle stock option per niente? “, ha twittato un giorno, mentre veniva licenziato un dipendente Tesla che cercava di creare un sindacato.
Anche coi media ci sono alcuni trascorsi. Nel 2018, su Twitter, amplificato da Reuters e CNBC, si era lanciato contro un giornalista di Business Insider che indagava su Tesla. Sempre su Twitter avanzò l’ipotesi di un servizio di valutazione per media e giornalisti, che avrebbe voluto chiamare “Pravda” (nome del giornale del Partito Comunista durante l’Urss). Secondo il quotidiano Le Monde (3) Elon Musk, seguito da una folla di fan adoranti, vede le sue critiche molto ampliate e moltiplicate, provocando ondate di molestie rivolte specificamente alle donne giornaliste, molte delle quali ora si autocensurano quando si tratta di coprire Tesla o Elon Musk.

Libertà d’espressione ad hoc

Nel 2021 (4), Tesla si è avvicinata alla Cina per denunciare gli attentati, considerati ingiustificati, di cui era stata oggetto sui social del Paese, chiedendo di bloccare alcuni di questi messaggi. Per Tesla, la Cina è il secondo mercato più grande, dopo gli Usa.

Ricordiamo, infine, anche le posizioni politiche di Musk sulla pandemia covid: “virus svegliato”, il cui panico che ne è derivato ha definito “stupido”.

Maggiore libertà d’espressione?

Dubbi che, comunque, dovranno essere messi alla prova dei fatti. Intanto, sui tanti canali Telegram della “complosfera” si plaude a Musk che “sta per restituire la libertà di espressione a milioni di persone” e “buone notizie: saremo in grado di tornare su Twitter”.

1 – Il senatore repubblicano Jim Jordan, ad esempio, ha salutato “il ritorno della libertà di parola”, mentre per la sen. Marsha Blackburn, è un “grande giorno per essere conservatori su Twitter” e che era il momento “il momento in cui Twitter diventasse ciò che doveva essere: una piattaforma digitale aperta a tutte le opinioni”. Mentre la sen. democratica Elizabeth Warren ha avvertito di un “accordo pericoloso per la nostra democrazia”.

2 – https://tlc.aduc.it/comunicato/digital+services+act+online+piu+sicuro+garantito_34414.php

3 – 26/04/2022

4 – agenzia stampa Bloomberg

François-Marie Arouet – Aduc