Ucraina: “Attacco su territorio russo con missili forniti dall’Occidente”

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Le forze dell’Ucraina hanno colpito un sistema missilistico, utilizzando armi, fornite dall’Occidente, nel territorio russo. È quanto ha scritto la vice premier ucraina e ministro per la Reintegrazione dei territori temporaneamente occupati Iryna Vereshchuk sui social. “Brucia magnificamente, è un S-300, sul territorio russo nei primi giorni dopo il permesso di usare armi occidentali sul territorio nemico”, ha postato su Facebook insieme a una foto in cui mostra l’attacco.

Ciò avviene, si legge sulla Cnn, pochi giorni dopo che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha concesso all’Ucraina il permesso di effettuare attacchi limitati, utilizzando armi statunitensi nel territorio russo intorno a Kharkiv, e dopo che alcune nazioni europee avevano rimosso le restrizioni sull’uso delle armi. Non è chiaro se le armi, utilizzate nell’attacco descritto da Vereshchuk, fossero fornite dagli Stati Uniti.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha elogiato “la decisione di Biden di consentire alcuni attacchi in territorio russo come un ‘passo avanti’ che aiuterà le sue forze a difendere la regione di Kharkiv”.

Usa e Germania imprimono un’ulteriore accelerazione nel loro sostegno a Kiev ed escono allo scoperto, seguendo la linea già tracciata da Gran Bretagna, Francia e Canada. Semaforo verde per l’Ucraina che nella guerra in corso da oltre 2 anni potrà colpire il territorio della Russia cono le armi che i governi di Washington e Berlino hanno inviato per rintuzzare l’offensiva delle forze di Vladimir Putin, sempre più incalzante nell’area di Kharkiv.

Ma è proprio sull’utilizzo delle armi contro la Russia che la compattezza e l’unità di intenti rivendicata dagli alleati ha ceduto il passo a posizioni diverse. L’Italia “non invierà alcun militare a combattere contro i russi in territorio ucraino, né potranno essere utilizzate armi italiane per colpire in territorio russo: lo impedisce la nostra Costituzione. Non siamo in guerra con la Russia, noi difendiamo il diritto alla libertà e all’autodeterminazione dell’Ucraina”, ha riaffermato nei giorni scorsi il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, chiarendo tuttavia come la posizione prudente del governo Meloni non significhi in alcun modo mettere in dubbio il sostegno italiano a Kiev.

L’impiego delle armi italiane contro il territorio russo è una vera e propria linea rossa, ha evidenziato nei giorni scorsi il ministro degli Esteri – e lo stesso ha fatto il ministro della Difesa Guido Crosetto – spiegando che da parte ucraina c’è un impegno ad evitare che le armi italiane finiscano per colpire oltreconfine. E rivolgendosi al segretario generale Jens Stoltenberg, che a Praga si è detto “lieto che gli alleati stiano allentando le restrizioni sull’uso delle armi” e ha rimarcato come il diritto all’autodifesa includa anche il diritto di colpire “obiettivi militari legittimi” in Russia, Tajani ha fatto appello alla cautela: “Ho parlato a lungo con Stoltenberg, gli ho ribadito la nostra posizione e l’ha capita perfettamente. Non è la Nato a decidere come si usano in Ucraina le armi italiane o di altri Paesi. Ogni Paese è libero di confrontarsi con Kiev e di decidere come vengono usate le sue armi”.

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