Nelle prime ore di oggi, truppe russe hanno iniziato a entrare nelle autoproclamate Repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk, nella regione del Donbass, in Ucraina orientale. Dopo uno stallo che prosegue da settimane, il Presidente russo Vladimir Putin ha infatti deciso di accogliere la richiesta del Parlamento di Mosca della scorsa settimana di riconoscere le due entità territoriali come Stati indipendenti.
A poche ore dal riconoscimento ufficiale avvenuto ieri sera, Putin ha dato ordine al ministero della Difesa di inviare i militari nelle due Repubbliche come forza di peacekeeping. Nelle autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Lugansk, i governanti filorussi da diversi giorni hanno infatti cominciato a denunciare morti e feriti a causa di bombardamenti che sostengono siano responsabilità delle truppe regolari ucraine.
Accuse che il governo di Kiev ha sempre smentito, dato che non è nell’interesse ucraino dare alla Russia un pretesto per intervenire in favore dei separatisti filorussi. Pretesto che nelle ultime ore Mosca sembra aver comunque trovato. Al momento non è chiaro il numero di truppe russe inviate nel Donbass e se queste hanno ordine di fermarsi nelle Repubbliche di Donetsk e Lugansk o spingersi più in là in territorio ucraino. L’unica cosa certa, secondo le intelligence dei Paesi Nato, è che intorno ai confini dell’Ucraina si concentrano ormai 150mila soldati russi, attrezzati con mezzi pesanti e supportati da aviazione, artiglieria e squadre navali nel Mar Nero e d’Azov.