Ucraina-Russia, cosa cambia con Trump: il messaggio di Zelensky, il silenzio di Putin

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E adesso, con Donald Trump verso la Casa Bianca, cosa cambia per l’Ucraina e per la Russia? Il nuovo presidente degli Stati Uniti può diventare un ‘game changer’ nella guerra in corso da oltre 1000 giorni? Trump arriva sullo scacchiere internazionale dopo una lunga serie di dichiarazioni con cui ha espresso la propria posizione in relazione al conflitto.

“Con me alla Casa Bianca non sarebbe mai iniziato”, ha detto e ripetuto. Poi, ha assicurato che dopo la vittoria alle elezioni avrebbe favorito un rapido accordo tra il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Volodymyr Zelensky. Da Mosca, anche nelle ultime ore, hanno mostrato un malcelato scetticismo. Da Kiev, hanno ripetuto che la pace non arriverà con sacrifici territoriali. In mezzo, ripetute stoccate del neopresidente americano a Zelensky: lo ha ricevuto a New York, dove gli ha ricordato gli ottimi rapporti con Putin, e prima lo ha definito il più grande piazzista della storia, capace di ‘spillare’ decine di miliardi agli Stati Uniti in ogni visita a Washington.

Trump, nel suo primo mandato, ha esercitato un pressing robusto per ottenere che il contributo del 2% alle spese di difesa venisse rispettato dagli altri membri della Nato. Diversi paesi sono ancora sotto questa soglia. Gli Stati Uniti, dall’inizio della guerra tra Ucraina e Russia, sono stati il partner principale di Kiev. E’ inevitabile, ora, che Zelensky si chieda quale eventuale sponda verrà offerta dalla Casa Bianca.  Zelensky si è congratulato con Trump per la “sua impressionante vittoria elettorale”. “Ricordo il nostro bell’incontro con il presidente Trump a settembre, quando abbiamo parlato nei dettagli del partenariato strategico tra Ucraina e Stati Uniti, del piano per la vittoria e dei modi per porre fine all’aggressione russa contro l’Ucraina – ha scritto Zelensky in un lungo post su X – Apprezzo l’impegno del presidente Trump per l’approccio ‘pace attraverso la forza’ negli affari globali. Questo è esattamente il principio che può nei fatti avvicinare la pace giusta in Ucraina. Spero lo metteremo in pratica insieme”.

Zelensky ha auspicato “un’era con Stati Uniti d’America forti sotto la leadership risoluta del presidente Trump”. “Facciamo affidamento sul continuo e forte sostegno bipartisan per l’Ucraina negli Stati Uniti – aggiunge – Siamo interessati a sviluppare una cooperazione politica ed economica reciprocamente vantaggiosa che porterà benefici a entrambe le nostre Nazioni”. L’Ucraina, “in quanto una delle più forti potenze militari d’Europa – ha affermato Zelensky – è impegnata a garantire pace e sicurezza a lungo termine in Europa e nella comunità transatlantica con il supporto dei nostri alleati”. Il presidente ucraino ha espresso l’auspicio di potersi “congratulare di persona” con Trump e parlare con lui di “come rafforzare la partnership strategica dell’Ucraina con gli Stati Uniti”. E nel giro di qualche ora l’auspicio si è concretizzato. “Ho avuto un’eccellente telefonata con il presidente Donald Trump e mi sono congratulato con lui per la sua storica, schiacciante vittoria: la sua straordinaria campagna ha reso possibile questo risultato”, ha twittato il leader di Kiev spiegando di aver “concordato di mantenere uno stretto dialogo e di far progredire la nostra cooperazione. Una leadership forte e incrollabile degli Stati Uniti è vitale per il mondo e per una pace giusta”, ha concluso Zelensky.

Da Mosca, apparentemente, il trionfo di Trump è stato accolto con poco interesse. Putin si sarebbe congratulato “in modo non ufficiale”, in attesa di un messaggio formale non ancora in programma, attraverso “conoscenze” al ministero degli esteri russo, e lo stesso avrebbero fatto altri esponenti dell’establishment politico russo, scrive il sito di notizie indipendenti Vyorstka.

Ufficialmente, nessun messaggio: “Non so nulla di piani del presidente” Putin di “congratularsi con Trump. Non dimentichiamo che parliamo di un Paese ostile che è direttamente e indirettamente coinvolto in una guerra contro il nostro Stato”, dice il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aggiungendo che Mosca valuterà Trump “sulla base dei fatti”. Gli Stati Uniti “potranno contribuire a porre fine al conflitto in Ucraina ma questo non potrà essere fatto dall’oggi al domani”, aggiunge Peskov. “Sono gli Stati Uniti a stimolare e gettare benzina senza sosta nel conflitto, che ne sono direttamente coinvolti.

Gli Stati Uniti possono cambiare la rotta della loro politica estera”, prosegue il portavoce, precisando che sarà possibile giudicare le reali intenzioni della nuova Amministrazione americana solo dopo l’insediamento del presidente eletto. “Dopo la vittoria, quando ci si prepara ad entrare nello Studio Ovale o dopo essere entrati nello Studio Ovale, i discorsi possono a volte assumere un toni diversi”, precisa, rispondendo alle domande di chi ricorda le parole di Trump in campagna elettorale, per cui se eletto avrebbe posto fine velocemente alla guerra. La Russia considera che il livello delle relazioni con gli Stati Uniti sia a un minimo storico. Il Cremlino si dice aperto al dialogo e aspetta di vedere quello che accadrà al suo insediamento a gennaio. A Mosca, prevedibilmente, si spera in una riduzione degli aiuti militari all’Ucraina. Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza, nei giorni scorsi ha chiarito di non riporre nessuna fiducia in Trump, destinato magari “a fare la fine di Jfk”. L’ex presidente russo corregge il tiro dopo il voto: “Il sistema lo ostacola, ma Trump è un uomo d’affari che non vuole buttare soldi per alleati idioti”. Recentemente, Zelensky si è lamentato per il ritardo nella consegna dei pacchetti previsti: solo il 10% delle armi promesse dal Congresso a maggio sono arrivate a destinazione. Inoltre, Washington non ha concesso il via libera all’uso dei missili a lungo raggio Atacms contro obiettivi militari in territorio russo. C’è da scommettere che la situazione non cambierà con l’avvento del Trump-bis.

In questo quadro, passa quasi inosservato il messaggio ‘da protocollo’ inviato dal presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, principale alleato di Putin, che si è congratulato con Donald Trump per la sua vittoria alle elezioni: un “risultato personale”, ha detto, ottenuto “in una competizione senza precedenti”. “Congratulazioni calorose per il tuo ritorno alla carica di presidente” ha detto Lukashenko che poi ha augurato a Trump “buona salute e buone decisioni politiche che renderanno gli Stati Uniti di nuovo grandi. I risultati di queste elezioni, che quest’anno si sono svolte in una contesa senza precedenti, sono diventati l’incarnazione della sua impresa personale. Lo ha fatto, innanzitutto, a nome degli Stati Uniti e dei suoi cittadini”,

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