Ucraina, strappo Trump-Zelensky gela l’Ue: vertice tra leader in un clima da emergenza

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(Adnkronos) – Lo strappo tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, consumato in diretta mondiale dallo Studio Ovale venerdì scorso, fa tremare l'Europa, spiazzata dalla pesantissima reazione del presidente americano e del suo vice, protagonisti di uno scontro inaspettato con il numero uno ucraino. Nel Vecchio Continente e tra i suoi leader si respira così un clima da emergenza, tra pressioni a Kiev e inviti alla calma e alla riconciliazione tra le due parti, nella speranza che il rapporto si possa ricucire a breve termine e senza troppi danni. E' in questo clima che oggi i leader dei Paesi Ue si riuniranno a Londra per il summit, convocato dal primo ministro britannico Keir Starmer prima del botta e risposta alla Casa Bianca e che ora appare sempre più necessario. Incentrato sulla sicurezza dell'Ucraina (e dell'Europa), il summit avrà luogo a Lancaster House. Per l'occasione, cruciale per il futuro di Kiev ma anche dell'Ue che teme una nuova reazione di Putin galvanizzato dall'apertura Usa a Mosca, Starmer ha invitato a Londra il presidente ucraino e più di dieci leader europei: al centro dell'agenda, le garanzie di sicurezza che i diversi Paesi potrebbero offrire a Kiev in caso di cessate il fuoco con la Russia.  Francia, Germania, Danimarca, Italia – Meloni per l'occasione ha già sentito ieri sera Trump -, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Spagna, Finlandia, Svezia, Repubblica Ceca e Romania tra i Paesi presenti al vertice, che vedrà la partecipazione del segretario generale della Nato Mark Rutte, della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e del presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. Presenti inoltre la Turchia e, a sorpresa, anche il Canada. Ottawa ha infatti confermato ieri sera la partenza per la capitale britannica di Justin Trudeau, che non era stato citato tra i leader invitati da Starmer quando, durante la sua visita a Washington dei giorni scorsi, il premier britannico aveva parlato del summit. Un vertice nato in origine, spiegava Stramer prima dello strappo tra Washington e Kiev, per "portare avanti" l'azione sull'Ucraina e sulla sicurezza. "Scopo del vertice sarà quello di promuovere l'azione europea sull'Ucraina, dimostrando il nostro incrollabile sostegno collettivo per garantire una pace giusta e duratura e un accordo duraturo che garantisca la futura sovranità e sicurezza dell'Ucraina", aveva affermato Downing Street, che si concentrerà sul "rafforzamento della posizione dell'Ucraina ora, incluso il continuo sostegno militare e l'aumento della pressione economica sulla Russia". Nei piani, sottolineare ancora una volta la necessità di un "accordo solido e duraturo che garantisca una pace permanente" e discutere dei "prossimi passi nella pianificazione di solide garanzie di sicurezza". Ora, quindi, il gelo e l'allarme dei leader. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, appena atterrato ieri all'aeroporto londinese di Stansted di ritorno da Washington, ha intanto provato a sanare la crepa pubblicando un post su X per ringraziare gli Stati Uniti e Donald Trump per il sostegno a Kiev.  "Siamo molto grati agli Stati Uniti per tutto il sostegno. Sono grato al Presidente Trump, al Congresso per il loro sostegno bipartisan e al popolo americano. Gli ucraini hanno sempre apprezzato questo sostegno, soprattutto durante questi tre anni di invasione su larga scala – ha scritto Zelensky -. Il nostro rapporto con il Presidente americano è più di due semplici leader; è un legame storico e solido tra i nostri popoli".  Zelensky ha aggiunto che gli esseri umani e i diritti umani vengono prima di tutto: "Siamo veramente grati. Vogliamo solo relazioni forti con l'America, e spero davvero che le avremo". L'Ucraina è quindi "pronta a firmare l'accordo sui minerali", ma continua a chiedere garanzie di sicurezza agli Stati Uniti, ha poi ribadito il presidente ucraino, spiegando che "un cessate il fuoco senza garanzie di sicurezza è pericoloso per l'Ucraina".  "Nessuno vuole la pace più di noi", ha detto ancora, ma "un cessate il fuoco non funzionerà con Putin. Ha rotto i cessate il fuoco 25 volte negli ultimi dieci anni. Una vera pace è l'unica soluzione". Zelensky ha quindi ribadito di "non poter cambiare la posizione dell'Ucraina nei confronti della Russia". "I russi ci stanno uccidendo. La Russia è il nemico e questa è la realtà che dobbiamo affrontare. L'Ucraina vuole la pace, ma deve essere una pace giusta e duratura. Per questo, dobbiamo essere forti al tavolo dei negoziati", le parole del leader ucraino. In attesa di capire quale sarà il destino dei rapporti tra Ucraina e Usa, trapela intanto un'ipotesi pesantissima. Washington potrebbe infatti cancellare ogni forma di aiuto destinato a Kiev. A rivelarlo sono stati ieri il Washington Post e il New York Times, citando fonti dell'amministrazione Usa. "Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è entrato venerdì alla Casa Bianca per un incontro con il Presidente Donald Trump sapendo che il flusso di armi e materiale militare dagli Stati Uniti al suo Paese si era sostanzialmente interrotto", scrive il New York Times. "Quando se ne è andato, dopo una discussione tra i due leader trasmessa in televisione, la situazione appariva ancora più disastrosa". Quando i due si sono incontrati, erano passati 50 giorni da quando il Pentagono aveva annunciato un nuovo pacchetto di armi per l'Ucraina e la nuova amministrazione non aveva parlato di fornirne altri. Un funzionario dell'amministrazione Trump ha dichiarato poi che tutti gli aiuti statunitensi all'Ucraina – comprese le ultime spedizioni di munizioni e attrezzature autorizzate e pagate durante l'amministrazione Biden – potrebbero essere cancellati a breve. Dopo lo showdown nello Studio Ovale, il funzionario ha detto che il presidente potrebbe decidere di porre fine anche al sostegno indiretto fornito dagli Stati Uniti, che comprende altri tipi di finanziamenti militari, lo scambio di informazioni, l'addestramento di truppe e piloti ucraini e l'ospitalità ad un call center che gestisce gli aiuti internazionali in una base militare statunitense in Germania. Tra i due litiganti è ovviamente la Russia che gode. La visita del presidente ucraino a Washington "è stata un completo fallimento", le parole della portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, in una dichiarazione dove ha definito Zelensky "il leader del regime neonazista", parlando di "totale fallimento politico e diplomatico del regime di Kiev". Zakharova ha quindi accusato Zelensky di essere "ossessionato dal portare avanti la guerra" con Mosca, di essere incapace di dare prova di "senso di responsabilità" e di "rifiutare la pace". 
Mosca ha quindi affermato di non aver modificato i propri obiettivi in Ucraina, che passano attraverso l'annessione dei territori occupati e la "smilitarizzazione" del Paese. "Gli obiettivi della Russia restano gli stessi – ha ribadito Zakharova nel comunicato – e sono la smilitarizzazione e denazificazione dell'Ucraina, e il riconoscimento delle realtà esistenti sul terreno".  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)