(Articolo sulla parità di genere di Fabio Martini, Segretario Generale UGL Vicenza da Vicenza Più Viva n. 3 dicembre 2023-gennaio 2024, sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).
Quello della parità di genere è un tema che sta molto a cuore a UGL ma anche a me personalmente perché da me dibattuto durante il mio mandato di RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria) e RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza) alle acciaierie AFV Beltrame Group di Vicenza, quando lavoravo in questa azienda, dove la famiglia e la sicurezza sono al primo posto da anni.
Dopo varie analisi come RLS in collaborazione con l’azienda per diminuire gli infortuni, ho proposto come già in Europa da anni era iniziato, l’adeguamento delle macchine in base all’età, visto l’aumento di lavoratori con età superiore ai 60 anni. Considerando come si lavora in una fabbrica siderurgica e come sono introdotte l’automazione e la robotizzazione, analizzando le malattie e le segnalazioni dei lavoratori, avevo fatto la proposta di iniziare ad assumere le donne per attività manuali di precisione come avviene in tante altre realtà industriale in Europa.
Valutando varie segnalazioni di lavoratori che avevano difficoltà motorie per usare telecomandi, radiocomandi, gru o dove era richiesta una manualità più precisa e quasi chirurgica, ci si chiedeva perchè nei magazzini ricambi, ad esempio, non poteva esserci spazio per le donne così come nei reparti di logistica dove ci sono rilevanti lavori come gruista, dove dentro una cabina silente i manipolatori di comando sono piccoli e sensibili al palmo della mano, o nei pulpiti di comando dove lavori solo con pc o nella officina torneria, viabilità e uso carrelli elevatori.
Non ci fu una risposta precisa, né sì né no, perché sicuramente il problema di adeguare gli spogliatoi e i bagni, oltre che di aggiornare le pratiche lavorative, avrebbe richiesto tempo. Ma con la difficoltà di trovare personale specializzato, sarebbe stato un vantaggio per tutti. Ora, a livello impiegatizio, è stato fatto un passo avanti ma siamo ancora fermi con il reparto tecnico e l’area logistica e produzione.
In questa era dove una donna che lavora in un supermercato o nella sanità, nonostante diplomi o lauree, ha uno stipendio medio di 1.100 euro, mentre, se lavorasse nell’industria metalmeccanica, oltre a 14 mensilità, un Pdr (Premio di risultato) annuale, la mensa gratuita, Dpi e tute da lavoro, il suo stipendio potrebbe arrivare a 1800 euro o più in base al livello o ai disagi, per esempio le festività lavorate o il turno di notte.
Ma tutto questo le permetterebbe di pensare anche ad affrontare un mutuo per l’acquisto della casa o di vivere più serena anche come famiglia monoparentale.
Comunque, nei contratti di secondo livello certe grandi industrie siderurgiche e altre realtà produttive, dove ci sono necessità similari di manualità, già negli ultimi anni hanno inserito dei benefit per le famiglie e i figli con una apertura alle donne, con, di riflesso, un adeguamento a vantaggio di tutti.
Posso anche parlare di un altro settore, di cui ho esperienza diretta, cioè quello elettrico impiantistico, civile e industriale, dove tanti anni fa, da installatore di impianti elettrici, avevo come aiutante una ragazza, che era di grande aiuto per passare i fili, preparare tutti i frutti, pulire le cassette porta frutto, preparare accuratamente tutti i dispositivi, le placche con accessori, le prese, gli interruttori e altro. Grazie alle mani più agevoli e piccole per la mia aiutante era tutto più semplice e facile per cui mi sono chiesto anche li quanto tempo avrebbero risparmiato se avessero aperto di più alle donne.
La parità di genere, infine, non riguarda solo le donne e, infatti, in varie industrie nel nostro territorio non è mai stato alzato un muro, le mense oramai da anni si sono adeguate alle varie etnie e anche le comunicazioni sono fatte in varie lingue.