“Adesso che, finalmente, la Regione ha stanziato i fondi per le Ulss, la speranza è che i piani di rientro prendano forma e non restino sulla carta. Ci sono oltre 500mila veneti che attendono di curarsi, l’ipotesi che gran parte delle prestazioni vengano recuperate entro l’anno è fantascienza”. A dirlo in un comunicato è la consigliera regionale del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Sanità, Anna Maria Bigon dopo l’annuncio di Palazzo Balbi di aver messo a disposizione oltre 29 milioni per smaltire gli arretrati, tra prestazioni ospedaliere e ambulatoriali.
“Dobbiamo dare risposte urgenti ai veneti, che non possono avere come alternativa alla latitanza del pubblico il ricorso al privato, se hanno soldi a sufficienza, oppure rinunciare alle cure. Entro il 30 settembre erano 117.520 le prestazioni ambulatoriali ‘recuperabili’, a cui ne vanno aggiunte 199mila dal primo ottobre al 31 dicembre: a che punto siamo?”, chiede la consigliera PD.
“Servono investimenti sostanziosi per quanto riguarda il personale se vogliamo davvero invertire la rotta e tutte le istituzioni sono chiamate a fare la propria parte. Regione inclusa e indipendentemente dalla pandemia”, sottolinea la vicepresidente della commissione Sanità che, tornando sui 29 milioni stanziati dalla Giunta Zaia, esprime perplessità sulla ripartizione dei fondi: “Al 30 aprile le prestazioni ambulatoriali non eseguite nell’Ulss 9 Scaligera erano 208.184 su 325.342, il 64% del totale contro le 13.195 dell’Ulss 2 della Marca Trevigiana: come mai alla prima sono destinati 2.4 milioni e alla seconda 5.6?”.