L’ultimo saluto alla staffetta partigiana Teresa Peghin, nome di battaglia “Wally”, aveva compiuto 100 anni lo scorso settembre

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funerale teresa peghin
Il funerale di Teresa Peghin

Chiesa gremita a Cornedo Vicentino con i gonfaloni dei comuni della vallata, i sindaci e i vertici provinciali dell’A.N.P.I. con l’intervento del presidente provinciale Andriollo.

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Tante bandiere salutano la bara di Teresa Peghin all’uscita dalla chiesa 

“Una donna forte e tenace, ma allo stesso tempo gentile ed affettuosa”. L’ha descritta così nella sua omelia il parroco di Cornedo Vicentino don Claudio Bassotto che ha officiato oggi i funerali di Teresa Peghin, nata a Selva di Trissino il 24 settembre del 1924, nome di battaglia “Wally” della brigata “Stella”.

Danilo Andriollo, presidente ANPI provinciale

Aveva festeggiato un secolo di vita, fino all’ultimo con grande lucidità, attorniata dall’affetto dei suoi numerosi familiari nella residenza cornedese; staffetta per la resistenza e per la liberazione dal fascismo e dal nazismo era sempre presente alle commemorazioni ufficiali, in particolare al “suo” 25 Aprile dove anche l’anno scorso volle intervenire con la lettura di un suo pensiero.

Negli ultimi anni aveva intrapreso una serrata attività per mantenere viva la memoria di quel periodo storico incontrando i giovani nelle scuole dove raccontava la sua esperienza personale ammonendo le giovani generazioni a non abbassare la guardia e a mantenere vivo il concetto di democrazia.

fonerale teresa Peghin Poletto
Luigi Poletto, presidente ANPI Vicenza

La chiesa della parrocchia di San Giovanni era completamente gremita di cittadini con la presenza dei gonfaloni dei Comuni della Vallata, i sindaci o loro delegati e i vertici dell’A.N.P.I con il presidente di Vicenza Luigi Poletto e provinciale Danilo Andriollo.

Quest’ultimo ha voluto ricordare la figura di Teresa Peghin ed il suo grande impegno antifascista. “Era una tra le ultime partigiane, sicuramente l’ultima che presenziava costantemente alle nostre cerimonie – ha dichiarato Andriollo – e negli ultimi anni chiedeva di intervenire perché sentiva come un dovere ricordare chi aveva sofferto e combattuto con lei e chi era morto nella guerra di liberazione. Voleva parlare di pace perché era molto preoccupata per la situazione che vedeva nel mondo e per i pericoli che sta correndo la Costituzione. Si rivolgeva sempre ai giovani perché pensava che ora tocca a loro a portare avanti gli ideali e i valori di pace che sono stati i suoi”

Figli e nipoti hanno invece ricordato la bontà, la gentilezza e la tenerezza di un donna capace di infondere ottimismo tra i colori e i sapori della sua casa e del suo giardino. Al termine della cerimonia funebre qualcuno ha iniziato ad intonare “Bella ciao” seguito da tutti i presenti dando vita ad un momento alquanto coinvolgente.