Le ultime 13 operazioni di vendita a 62,5 euro per azione tra settembre 2014 e febbraio 2015: una partita da 63 milioni. Il bottino l’hanno incassato: l’A22, l’imprenditore delle valigie Roncato, l’ex consigliere Zigliotto, il vescovo Nosiglia, la Finpiave di Stefanel, la Lumar di Marzotto e Santo Mastrotto
Più di qualcuno ce l’ha fatta, con un colpo di fortuna o forse scavalcando altri che erano in coda, a liquidare in extremis le azioni della Banca Popolare di Vicenza prima dello stop del mercato e poi dell’azzeramento a 10 centesimi. Per la precisione, si tratta di 630 soci per un totale di 1.002.997 titoli e un controvalore di 62.687.313 milioni di euro, se si valuta il prezzo che valeva l’azione ai tempi di Gianni Zonin, ovvero: 62,50 euro, importo confermato nell’assemblea del 26 aprile 2014.
La cronologia. Siamo a fine del 2014; a febbraio 2015 non sarebbe stato più possibile alienare alcunché. Ma tra il 9 settembre 2014 e il 10 febbraio 2015, ultima data indicata nei file di vendita che il nostro giornale ha potuto visionare, sono avvenute 13 operazioni di «scarico»: due a settembre (il 9 e il 23), due a ottobre (il 7 e il 21), due a novembre (il 4 e il 18), quattro a dicembre (il 2, il 12, il 18 e il 19), due a gennaio 2015 (il 13 e il 27) e una a febbraio: il 10. E poi basta. Ma chi sono i fortunati?
I big. Il colpo da 7,5 milioni di euro l’ha portato a casa l’A22, l’Autobrennero il 19 dicembre 2014. Ma 7,2 milioni è riuscita a liquidarli anche l’azienda Itafem di Venezia, seguita dalla Zeta Srl dell’ex consigliere Giuseppe Zigliotto che ha venduto il 10 febbraio 2015 ben 88 mila azioni portando a casa 5,5 milioni di euro. Zigliotto avrebbe lasciato il Cda della banca solo il 2 dicembre 2015, quindi al momento della vendita era ancora consigliere e anche presidente degli industriali di Vicenza.
Tra i 10 soci liquidatori con i maggior importi liquidati c’è poi la Zappa di Padova (2 milioni) che è l’azienda di Giovanni Roncato, l’industriale della valigeria, Noemi Dalli Cani (1,575 milioni) della ben nota famiglia vicentina tra i grandi soci Bpvi, Lino Diquigiovanni (1,5 milioni) già patron del Real Vicenza, la Finpiave Spa, holding di Giuseppe Stefanel che ha messo in cassa 1,174 milioni e la Nevada Srl di Vicenza (1,5 milioni in due vendite) holding riconducibile alla famiglia vicentina Spezzapria. Compare nei file anche la Lumar di Luca Marzotto (5 mila titoli per 312 mila euro circa di controvalore) della Zignago Holding.
Tra i nomi più conosciuti sbuca nell’elenco l’ex vescovo di Vicenza Cesare Nosiglia in persona: 50 mila euro per 800 azioni e Santo Mastrotto. l’imprenditore del pellame: 312.500 euro per 5 mila azioni Bpvi. C’è anche la vicentina Attiva Spa con 46 mila euro di incasso e 750 titoli ceduti e la Rifle della famiglia Fratini.
La geografia. Per la maggiorparte si tratta di residenti in provincia di Vicenza: 362 soci su 630 liquidatori, il 57%. Pochi da fuori Nordest divisi tra Roma, Milano, con qualche concentrazione in Toscana e Sicilia dove Bpvi ha messo radici con Cariprato e Banca Nuova. In Veneto si contano, nella lista, solo sette bellunesi, 14 residenti in provincia di Verona, dieci veneziani. La grande fetta dei corregionali soci della Bpvi che sono usciti totalmente o in parte (giacché qualcuno ha venduto parte dell’investimento) sono trevigiani e padovani: 31 soci nella Marca e 56 tra la città del Santo e dintorni.
Le curiosità. C’è anche chi è riuscito a vendere solo 1 azione: la Fp Costruzioni di Ascoli Piceno e un privato cittadino di Vicenza. Attenzione poi agli omonimi come Roberto Meneguzzo che non ha nulla a che fare con la Palladio Finanziaria e pure la Delfin che non è la Holding di Leonardo Del Vecchio.
di Eleonora Vallin, da Il Mattino di Padova del 6 marzo 2017