Un centro regionale contro la violenza LGBT+, Ostanel (VcV) propone struttura di Padova

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La consigliera del VcV Elena Ostanel contro il progetto della stazione di Cortina d'Ampezzo
La consigliera del Veneto che Vogliamo Elena Ostanel

“Faccio una proposta: creiamo un centro regionale contro la violenza LGBT+ al centro Spolato di Padova, aperto per volere dell’amministrazione comunale. Una richiesta che formalizzerò anche in sede di bilancio, perché siano stanziati gli adeguati fondi”.

A dirlo è la consigliera regionale Elena Ostanel de Il Veneto che Vogliamo, in reazione a quanto emerso in regione dopo il caso del giovane di Vicenza violentato da un altro ragazzo, ma respinto da un centro antiviolenza della città “perché riservato solo alle donne“, è stato detto (ne abbiamo parlato qui).

“Dal dibattito di questi giorni – riferisce la Ostanel – emerge uno scenario confuso e come spesso accade anziché dar risposte la Regione trova il modo di scansare i problemi. La storia del ragazzo vicentino abusato è tragica e dolorosa, ma il problema sta nell’assenza di strutture che forniscono protezione, aiuto e sostegno concreti a persone Lgbt+, vittime di discriminazioni, maltrattamenti, violenze e abusi.

I Centri Antiviolenza nascono per una ragione ben precisa e cioè per contrastare la violenza maschile contro le donne – specifica Ostanel – che avviene nei 97% dei casi di abuso. In questo settore sono formati operatrici e operatori, e qui lavorano perché legate alla violenza di genere ci sono specifiche questioni spesso proprie di genere: la mancanza di rete, la difficoltà economica e psicologica, il sistema patriarcale in cui la donna rimane comunque calata.

La soluzione non può quindi essere approfittare dell’esistenza di strutture che, però, nascono con altre funzioni, ma piuttosto investire e dar vita a spazi appositi adeguati. Non è fantasia: a Padova esiste il centro Spolato, aperto per volere dell’amministrazione comunale. Come spesso accade infatti, i territori sopperiscono a una politica regionale assente. Ripartiamo da qui – conclude – per creare un centro regionale contro la violenza LGBT+”.