“Anacronistica la petizione Stop FV su terreno agricolo. Uno dei punti fondamentali del Recovery Plan è la forte spinta verso le energie rinnovabili e verso la decarbonizzazione.
Non si capisce quindi perché ci siano delle forze politiche che si oppongono allo sviluppo delle istallazioni fotovoltaiche che servirebbero proprio a produrre energia pulita.
Va inoltre ricordato che limitare queste installazioni significa anche andare contro la libertà di impresa che dovrebbe permettere a ciascun imprenditore agricolo di decidere che strategie adottare sui suoi appezzamenti.
Perché allora Coldiretti e PD sono così ostili allo Sviluppo Sostenibile e alla libertà di impresa?
Il terreno in questi impianti viene lasciato a verde, e molte volte non cambia l’uso del fondo; se l’installazione cambia l’uso agricolo, pur senza consumo di suolo, si verificherebbe una variazione che potrebbe essere concessa con una compensazione economica che permetta variante verdi per riportar permeabile consumo di suolo inutilizzato.
Servirebbe un codice verde per avere dopo il via della valutazione d’impatto ambientale, tempi veloci, simili a quelli di un’opera strategica come in effetti è la produzione di energia rinnovabile.
Le energie rinnovabili sono decisamente più sostenibili di quelle prodotte da combustibili fossili. Inoltre, il fotovoltaico sui campi non è affatto alternativo a quello sulle coperture e sui tetti a nuovo dove già si mette, è solo più produttivo rispetto alla posa su coperture datate. Assieme a tutte le rinnovabili, il FV su campi potrebbe costituire una svolta importante nel piano energetico strategico nazionale.
Come nelle opere commissariate anche per gli investimenti con ricaduta positiva per l’ambiente, devono avere procedure snelle, per favorire scelte d’investimento sostenibile rispetto a scelte che non lo sono”.
Lo dichiarano Davide Sguazzardo di +Europa Vicenza e Corrado Cortese di +Europa Veneto