“Stamattina il Giornale di Vicenza, riportando i contenuti di un’analisi dello Spi Cgil sui dati del Ministero delle Finanze, scrive che il 37% dei contribuenti vicentini – più di un terzo degli 865mila abitanti della Provincia – ha un reddito medio pro-capite sui 20.700 euro lordi all’anno, cioè meno di mille euro netti al mese. Valori che, sottolinea lo studio, penalizzano maggiormente i lavoratori dipendenti che perdono potere d’acquisto. Ecco perché l’istituzione del salario minimo orario è necessaria e non più rinviabile”. Così – in una nota – la senatrice vicentina del MoVimento 5 Stelle, Barbara Guidolin, membro della Commissione Lavoro.
“Oltre ad una generalizzata riduzione delle diseguaglianze e ad un efficace contrasto al dumping contrattuale questa misura, già presente in 22 Paesi Ue su 28, avrà come effetto proprio quello di aumentare il potere d’acquisto di milioni di lavoratori. Infatti – ricorda la parlamentare pentastellata – l’Istat ha calcolato che con l’approvazione del ddl di Nunzia Catalfo 2,9 milioni di cittadini avranno un incremento medio di retribuzione di 1.073 euro all’anno. Da Nord a Sud, il salario minimo orario è una norma di civiltà che il M5s ha da sempre sostenuto e adesso è arrivato il momento di trasformarla in realtà”, conclude Guidolin.