“Una divisione che fa male ai soci traditi di BPVi e Veneto Banca”: come non leggere con attenzione le motivazioni dell’affermazione di Miatello e associazioni Unite per il fondo?

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Domenica 29 aprile 2018 abbiamo riportato, come è nostra abitudine, una nota del gruppo di associazioni di soci truffati della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca raccolte intorno al nome di don Enrico Torta, che un giorno ci piacerebbe sapere se è sempre d’accordo con quello che scrivono appoggiandosi proprio al suo nome “affidabile”, ma premettendo delle nostre considerazioni, perchè, pur rispettando le opinioni di tutti (nella foto l’incontro al ministero a Roma tra il sottosegretario Pierpaolo Baretta e le associazioni Unite per il fondo). 


Non ci sentivamo, infatti, di avallare acriticamente quanto riportavamo a firma di Andrea Arman, di cui apprezziamo l’eloquio e la cultura ma di cui temiano i suoi convincimenti spesso dogmatici, forse in onore proprio di don Enrico

Se glielo facemmo notare più volte riguardo, ad esempio, all’onestà di “tutti i veneti“, ricordandogli che Gianni Zonin e i suoi supporter politici e/o imprenditoriali non è che fossero nord africani o, anche solo e genericamente, sud europei…

Il titolo che demmo alla nota con le nostre personali premesse, doverose anche se rispettose del comunicato perché ben distinte dallo stesso, che, comunque, pubblicavamo integralmente, era “Fondo di ristoro soci BPVi e Veneto Banca, Coordinamento “don Enrico Torta”: è un imbroglio! VicenzaPiù: si rifletta con calma…“.

Ora ci arriva una risposta a quel comunicato di Arman & c. da Patrizio Miatello, tramite il quale, tra l’altro, Arman era entrato in contatto col mondo associativo germinato intorno a don Torta e da cui, Miatello, sul filo di lana della scorsa legislatura è nato, grazie alla pressione fatta sul governo uscente dalle associazioni Unite per il Fondo, proprio il cosiddetto Fondo di ristoro per le vittime di reati finanziari.

Questo ad oggi è, senza tema di smentite, l’unico fatto concreto a favore dei soci azzerati, piccolo, addirittura “un imbroglio” per l’avvocato trevigiano, reduce da una candidatura non andata a buon fine col M5S, modesto per la prima dotazione di 100 milioni in 4 anni, ma grande, secondo noi e chi l’ha promosso, perchè incrementabile per legge attingendo a depositi consistenti, importi financo miliardari, nella disponibilità dello Stato, come nel caso dei cosiddetti fondi dormienti.

Ci siamo convinti, dopo la sua decretazione in forma “ampliabile”, dell’utilità di questo fondo, ma ciò non vuol dire che non studiamo e non valutiamo anche le proposte di Arman. Queste per ora, però, ci appaiono poco più forti dell’enunciazione fideistica (o politica?) di un dogma, quello della difesa a tutti i costi di tutti, foss’anche a costo di far perdere tutto, una seconda volta, a tutti. Bene, quindi, secondo noi valutare e spingere per strade alternative a quelle del fondo, senza fermarsi alle procedure penali che vedrebbero gran parte dei soci passare a miglior vita (e “migliore” non è uan battuta sulla loro situazione impoverita attuale). Ma male, sempre per noi, sarebbe, per rivalità che ci sembrano nascere da una gara a spese di chi si dice di voler tutelare, rinunciare alla conquista di un fondo istituito per legge e, da quel che leggiamo, già in via di ampliamento.

Ora, usiamo le stesse parole usate per l’altra nota, pubblicando la nota di Miatello & c. “come è nostra abitudine di ‘informatori’ invitando, però, chi lo legge alla massima attenzione possibile nel trarre conclusioni definitive. Questo è, solo, il nostro pensiero. Per ora”.

Tutto chiaro il nostro modo di informare, ragionando, anche a chi, questa volta tra i sostenitori di Miatello & c., fermandosi, secondo la pessima abitudine dei più ignoranti drogati di Facebook, a leggere solo il titolo, non è riuscito a capire non solo quello che avevamo scrittonel testo ma neanceh… il titolo?

Il direttore

 

 

Abbiamo notizia di un lungo comunicato promosso dal coordinamento don Torta e di alcune associazioni che esprime pesanti giudizi sulle associazioni che hanno unito gli sforzi per Il Fondo per le vittime dei reati finanziati, istituito dalla legge 205 del dicembre scorso. I contenuti, proposti dai media spesso senza adeguata contrapposizione critica, hanno creato stati confusione e depressione nei risparmiatori già provati da oltre 6 anni di esproprio del loro risparmio. Di fatto è dal 2013 che per i comuni mortali (non per gli amici degli amici) non era possibile vendere le azioni.

In allegato (clicca qui) un’articolato documento, con il contributo tecnico del prof. Rodolfo Bettiol, che puntualizza le iniziative ed i termini tecnici del lungo cammino che ha portato dalla disperazione del 25 giungo 2017 quando è stato approvato il Dl 99 che metteva in liquidazione le due popolari, togliendo ogni concreta possibilità di risarcire le vittime del disastro, al 23 dicembre 2017 quando il Parlamento con voto unanime, ha istituito il Fondo, realizzando un atto di buona politica grazie alla collaborazione tra Governo e Parlamento.

In estrema sintesi le associazioni convergenti sul Fondo, come in calce riportato, con le sigle più autorevoli a livello nazionale, e di gran lunga più rappresentative di alcune espressioni locali, sono sempre orientate a dare un’immagine unitaria, per essere efficaci.

Ci sorprende che taluno, in nome di don Torta, muova accuse offensive, devianti, piene di acrimonia personale.

Da parte nostra si ribadisce:
1) la prospettiva del Fondo è l’unica che entro pochi mesi potrà dare inizio al ristoro dei risparmiatori traditi.

Abbiamo garanzie che non ci saranno né paletti (risultato ottenuto grazie alla continua nostra azione di pressione) né alcun limite di reddito o di patrimonio (come avvenuto per gli obbligazionisti delle banche risolte nel dicembre 2015)

il criterio cronologico della presentazione delle istanze era una condizione tecnica necessaria. Viene considerata positiva perchè conferma che sarà un inizio… (come è avvenuto con gli esodati che in diverse finanziarie hanno trovato ristoro per oltre dieci miliardi!)

Il Ministro dell’economia e delle finanze presenta una relazione alle Camere sullo stato di attuazione della norma istitutiva. Questa è una garanzia che il Parlamento potrà, a fronte dell’inadeguatezza della dotazione, potrà intervenire.

Al Fondo potranno ricorrere anche coloro che hanno aderito all’OPT Offerta pubblica di transazione pari al 15% circa, a conferma che, se si fosse trattato di mero “risarcimento”, non avrebbero avuto titolo, mentre come “ristoro” è riconosciuto il diritto, a chiedere il restante 85% e il 100% per tutte le azioni escluse dall’OPT.

La legge stabilisce che l’istanza al Fondo di Ristoro esclude spese legali, anche di quelle del legale di controporte in caso di soccombenza, e consente di avere una decisione in mesi e non in quinquenni come nei processi.

Il Fondo resta una scelta, non un obbligo. I processi penali, contro Banca d’Italia, Consob, società di revisione, collegi sindacali, vertici bancari, Banca Intesa Sanpaolo e le altre sono tutte frecce che restano nell’arco del risparmiatore, se le vuole usare.

La divisione che è stata creata non ci preoccupa per gli effetti verso i parlamentari che sono tutti, a quanto ci risulta, schierati a favore del Fondo, salvo impegnarsi – con il nostro pieno sostegno – per un suo miglioramento se emergessero limiti applicativi.

Siamo addolorati per quanti sono messi in confusione quindi a rischio di ricadere in depressione.

Auspichiamo che i risparmiatori resistano sino alla pubblicazione del Regolamento, quando tutti, per primi gli attuali implacabili critici, correranno a far domanda!

Associazioni Unite per il Fondo

Ezzelino III da Onara Patrizio Miatello portavoce 3357431389

Prof. Avv Rodolfo Bettiol, Tributarista Loris Mazzon

CODACONS Franco Conte Ignazio Conte

ADUSBEF Fulvio Cavallari

Adiconsum Valter Rigobon

Federconsumatori Giovanna Capuzzo

Adoc Sergio Taurino

Azione Vitale Dario Pozzobon

Milena Zaggia, Giovanna Mazzoni, Patrizio Miatello – promotore Giornata Nazionale Risparmio Tradito Roma 04 Ottobre 2018 per tutti i Risparmiatori Traditi di tutta Italia

Lega Consumatori Erica Zanca

Confedercontribuenti Alfredo Belluco Muzio Gianfranco

Unione Nazionale Consumatori Antonio Tognoni

A.N.L.A. Lando Ambruzzoni

Senior Italia già Federanziani Veneto Vincenzo Giglio

Apindustria Veneto Ivan Palasgo

Consumatori Attivi Barbara Puschiasis, Emi Puschiasis, Ernesto Sabbadini, Raffaele Bizzozer, Denise di Brazzà