(nel video di Presadiretta parla Iacopo Iacoboni, giornalista e autore di un libro inchiesta sulle origini del Movimento 5 Stelle e sulla Piattaforma Rousseau)
Da qualche giorno – ci scrive la cittadina Irma Lovato Serena – la parola democrazia gira di bocca in bocca, in ogni pagina di giornale e in tutte le stazioni radio. Gira con tale ossessione e velocità da farle perdere corpo e sostanza.
Sembra quasi sia stata scoperta nella notte tra lunedì e martedì; fino a domenica parola quasi detestabile poi, dopo le consultazioni on-line del M5S fatte attraverso la piattaforma Rousseau, parola da innalzare al più alto gradino di piacimento.
E mi appare lodevole il rispolvero di questa parola grazie alla consultazione: almeno Rousseau lo abbiamo scomodato per qualcosa di importante. Ma ciò di cui non mi capacito è la leggerezza, la superficialità e l’ arroganza con cui questa parola viene trattata. Definire la consultazione on-line “democratica” è una bestemmia perchè nulla è più anti democratico di un voto che non è accessibile a tutti.
Per accessibile intendo dire che nessun cittadino deve essere obbligato a saper usare un computer per poter dire la sua opinione; nessun cittadino deve essere obbligato ad essere iscritto e schedato presso un qualsiasi gruppo per poter dire SI o NO ad una proposta; nessun cittadino deve essere messo nella condizione di sentirsi diverso o addirittura inferiore se non accetta quanto scritto sopra.
In Italia il voto (non consultazione) che vale e che è veramente democratico, è solo quello che si esplicita nei seggi elettorali. Seggi dove con matita e scheda (due materiali altamente democratici), ogni cittadino può dire la sua opinione, esprimere il suo consenso o il suo dissenso ad un certo quesito. E il mio pensiero va ai molti anziani, anche a quelli nelle case di riposo.
Ora non mi si dica che i tempi cambiano e che ci si deve adeguare ai cambiamenti: altrimenti cari grillini vi trovate un’ altra parola per esprimere ciò che voi avete fatto lunedì attraverso la piattaforma Rousseau, che tutto può essere ma non certo una manifestazione di democrazia.
Il vocabolario mi dice che “Democrazia è la forma di governo la cui sovranità appartiene al popolo”. Quindi a tutto il popolo, alle donne e agli uomini che sanno il valore del loro voto e che vivono bene anche senza navigare in internet.
Non scendo, volutamente, sul tema della consultazione del 18 febbraio. Il mio voto dello scorso marzo l’ avevo dato al M5S e mi pareva più che sufficente per non dover fare questa scellerata consultazione.
E’ vero: uno vale uno.
Anche uno in meno però vale uno in meno.