Primo Levi affermava: “L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria”. Con questo intento, e nel ricordo di tutte le vittime dello sterminio nazifascista, sabato 27 gennaio, dalle 18.30, si snoderà da piazza San Lorenzo, a Vicenza, a piazza dei Signori la quinta edizione della Marcia della Memoria. Alle 19 la Loggia di Capitaniato ospiterà alcune brevi testimonianze di rappresentanti di comunità vittime dell’Olocausto. L’iniziativa è promossa da Arcigay 15 giugno Vicenza in collaborazione con il Comune di Vicenza e con le comunità LGBT.
Il momento di riflessione in Loggia del Capitaniato vedrà la partecipazione del presidente del consiglio comunale Federico Formisano, dell’assessore alla comunità e alle famiglie Isabella Sala, del consigliere delegato alle pari opportunità Everardo Dal Maso, del presidente di Arcigay Thomas Tedesco, del presidente dell’associazione Sinti italiani Davide Casadio, del presidente Anffas Vicenza Vanni Poli. Parteciperanno all’iniziativa anche i rappresentanti delle comunità LGBT, di Arcigay gruppo Giovani, delle associazioni delle persone con disabilità e della comunità rom e sinta. L’iniziativa si avvale del patrocinio della Ambasciata d’Israele in Italia e del Consolato Generale degli Stati Uniti d’America.
“Ricordiamo per cambiare il futuro” – afferma l’assessore alla comunità e alle famiglie Isabella Sala – “per gridare con forza l’orgoglio di appartenere a una società che si arricchisce delle differenze, che non teme i diversi modi di pensare, di credere di vivere. Questo però è un tempo in cui è crescente il rischio di chiudersi sempre più fra persone che hanno modi simili di vedere la vita, nelle “bolle” che vedono gli altri come nemici o persone con cui non si vuole entrare in contatto. Il mondo della rete, dei social network, che doveva aiutare ad avvicinare persone oltre i confini, mostra invece il pericolo di chiusure progressive. Per questo l’incontro, la conoscenza, la memoria del passato sono fondamentali per contrastare i rischi e valorizzare le possibilità di un mondo di differenze“.
“È importante essere presenti come amministrazione nella promozione degli eventi per il Giorno della Memoria, per dare un segnale forte alle persone che invece di essere inclusive cercano di seminare odio e discriminazione. La storia ci ha insegnato a che atrocità può arrivare l’uomo. Questa giornata chiama tutti a riflettere sulla necessità di impegnarsi per non accendere focolari di odio tra le persone, per fare di tutto, a livello culturale e sociale, per costruire un mondo di diritti e pari opportunità per tutti e tutte” – sottolinea Everardo Dal Maso, consigliere comunale delegato alle pari opportunità. Affinché il ricordo del momento più buio toccato dal genere umano sia sempre vivo, anche quest’anno organizziamo la Marcia della Memoria e lo faremo finché avremo voce in ricordo di chi è stato annientato dalla follia del Nazi-Fascismo, per non dimenticare mai” – afferma Thomas Tedesco, Presidente di Arcigay 15 Giugno Vicenza.
“Le “prove” dello sterminio di massa iniziarono nei confronti delle persone con disabilità, le più fragili: Anffas li ricorda, assieme a quanti furono vittime dell’odio e della discriminazione, affinché tutto ciò non si ripeta” – sottolinea Vanni Poli, presidente Anffas Vicenza ricordando il progetto T4 attraverso il quale, già negli anni ’30, le persone con disabilità erano state considerate cavie da laboratorio per testare nuove tecniche di annientamento, sterilizzazione ed eutanasia e che portò all’annientamento, in pochi anni, di decine di migliaia di vite umane. “Abbiamo il dovere di rinforzare la memoria delle persone innocenti uccise per l’odio dell’uomo incitato dalla paura del diverso, e che portò mezzo milione di sinti e rom a morire senza poter essere in grado di difendersi. Abbiamo il dovere di ridare dignità a un gruppo etnico sempre colpito dal mostro del razzismo contro il genere umano” – ricorda il presidente dei Sinti italiani Davide Casadio.
I prigionieri nei campi di sterminio erano identificati con segnali cuciti sulle divise, triangoli colorati. Agi ebrei erano assegnati due triangoli gialli sovrapposti come a formare la Stella di David. I triangoli rossi identificavano i prigionieri politici, composti per la maggior parte da comunisti, socialdemocratici e anarchici. Il triangolo rosa identificava la comunità omosessuale. Gli omosessuali sono stati a lungo vittime dimenticate del regime nazista, ma numerosi furono internati e uccisi nei campi di concentramento. Più di un milione di tedeschi sospettati di “attività omosessuali” sono stati colpiti di cui almeno 100 mila arrestati, interrogati e processati, e non meno di 50 mila condannati alla carcerazione. Nel 2002 il Governo tedesco ha chiesto ufficialmente scusa alla comunità. Il triangolo marrone identificava le persone di origine rom. È il simbolo delle vittime di uno degli olocausti dimenticati della seconda guerra mondiale, il Porajmos (Grande Divoramento) o Samudaripen (Tutti Morti) in lingua romanì, durante il quale persero la vita oltre 500mila persone rom e sinti. Il triangolo viola era destinato ai testimoni di Geova, o Studenti Biblici, come venivano chiamati allora, spesso accusati di essere vicini a ebrei e comunisti. Indossavano il triangolo nero gli asociali. Il 27 gennaio, Giornata della Memoria, ricorda il giorno del 1945 in cui i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz furono abbattuti dall’Armata Rossa. È la giornata scelta dall’Italia nel 2000 per ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia. E per non dimenticare coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Dal 1º novembre 2005 anche l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha scelto il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime dell’Olocausto istituendo la Giornata della Memoria.
Comune di Vicenza