In arrivo a Vicenza la settima edizione del Working Title Film Festival, dall’11 al 16 novembre.

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Il lavoro che manca, il lavoro che è precario, il lavoro che non paga e non ripaga, il lavoro che svilisce, il lavoro che mortifica, il lavoro che ammala e il lavoro che uccide. È di questo che si parla sempre di più oggi e purtroppo le cronache quotidiane confermano un quadro ormai non più tollerabile.

C’è una rassegna cinematografica, il Working Title Film Festival (WTFF), che però non ha cominciato ora a occuparsi di lavoro e che soprattutto ha il pregio di andare oltre la denuncia e di raccontare anche altri aspetti del tema, come per esempio il lavoro che cambia e, in genere, il lavoro che non sai.

“In Italia sono stati i primi -ha sottolineato l’assessore alla cultura Ilaria Fantin, durante la conferenza stampa di presentazione questa mattina a Palazzo Trissino- a pensare a delle produzioni indipendenti, non commerciali, su un tema che è di estrema attualità e che sempre più mostra situazioni di precarietà e di difficoltà. Un tema che noi dell’amministrazione comunale stiamo sviluppando anche a livello culturale, con diverse iniziative in prima linea o dietro le quinte”.

Il legame tra la città e il WTFF, giunto alla settima edizione, è consolidato e sempre più forte. Nato nel 2016 conferma il suo focus tematico sul lavoro in un’ottica contemporanea. “Fin dall’inizio -ha specificato la direttrice artistica Marina Resta- l’idea è stata quella di parlare di lavoro con ogni tipo di linguaggio audiovisivo” toccando così un tema caldo e dando contemporaneamente voce alle produzioni indipendenti e creative nonché luce al backstage, alle maestranze, indispensabili eppure invisibili. Una nicchia fuori dal mainstream, insomma, da cui non possono che arrivare delle chicche.

Il manifesto della settima edizione del WTFF

Ben 27 i film, tutti in lingua originale con sottotitoli, in locandina per questa edizione, suddivisa in 3 sezioni: Lungo- e mediometraggi (minimo 31 minuti), Cortometraggi (massimo 30 minuti) ed ExtraWorks che, incurante invece dell’orologio, apre a film ibridi, sperimentali, video-arte e videoclip. Ogni film ha peculiarità e stili diversi e a venir raccontati sono mestieri di ogni genere, da quelli legati alla tradizione e alla memoria a quelli nuovi, nati in risposta a una società che cambia. Le opere in rassegna provengono, oltre che dall’Italia, da mezzo mondo: Europa ma anche Sud America, Stati Uniti e persino Egitto e Armenia. “Non vediamo l’ora -ha detto con entusiasmo Resta- di mostrarle al pubblico. Le abbiamo selezionate non solo per originalità e attualità, ma anche e soprattutto per la freschezza dello sguardo e la capacità degli autori di sperimentare con i linguaggi dell’audiovisivo”.

E manca davvero pochissimo, anche perché il WTFF 7 offrirà un primo assaggio del suo programma denominato collaterale Industry nella giornata di giovedì 7 novembre (ore 18-20), presso gli spazi di Zerogloss design store (strada Pasubio 106/G) con un panel -aperto anche al pubblico- di professionisti dell’audiovisivo su Video storytelling tra arte e impresa. Un secondo panel è poi previsto il giorno successivo, allo stesso orario ma presso il Cinema Odeon e sul tema Fare cinema indipendente: modelli e opportunità.

Proprio al Cinema Odeon, in corso Palladio 176, si entra poi nel vivo delle proiezioni dall’11 al 15 novembre (biglietti presto in prevendita sul sito). Tra i film in concorso ci sono un’anteprima europea (Altamar, 11 novembre ore 21) e ben 11 italiane. Per l’intensa giornata conclusiva del 16 novembre ci si sposta infine al Caracol Olol Jackson (viale Crispi 46). Alle 17 comincia la proiezione dei film della sezione ExtraWorks. Alle 21 tocca al Premio Bookciak, Azione! concorso cine-letterario con cui il Festiva ha iniziato una partnership, che prevede la proiezione del film Ho sognato che a Milano c’era il mare di Mattia de Gennaro, liberamente ispirato al libro Il ragazzo con la tuta blu di Peppe Lomonaco.

Seguirà un momento di grande emozione, soprattutto per Marina Resta che ha avuto la possibilità non solo di apprezzarne il talento ma di esserle amica: Omaggio a Chiara Rigione, filmmaker (ma non solo) e figura importante del cinema indipendente, mancata prematuramente lo scorso anno. Verrà proiettato il suo Domani chissà, forse, verrà presentato il progetto di un archivio multimediale a lei dedicato e le verrà intitolato il premio ExtraWorks di WTFF 7. Questa e tutte le altre premiazioni del Festival chiuderanno la serata e la rassegna.

Martina Resta mostra i gadget dedicati a chi parteciperà al crowdfunding per il WTFF

A ulteriore conferma della validità e della portata di questa rassegna, risulta impossibile citare tutte le realtà, non solo vicentine, che hanno fornito patrocinio, contributo economico, collaborazione e ospitalità. Accanto a Comune di Vicenza e Regione Veneto va sicuramente ricordato però il promotore: LIES-Laboratorio dell’inchiesta economica e sociale. Come va anche segnalata l’interazione con i giovani e in particolare con i ragazzi delle quinte del Liceo Artistico Boscardin, indirizzo audiovisivo e multimediale, coinvolti nella realizzazione non solo di 18 teaser, tra cui uno scelto per essere premiato proprio nell’ambito del Festival, ma anche di diversi video di promozione del crowdfunding per WTFF. Esattamente come dietro ogni lavoro ci sono i lavoratori, infatti, dietro ogni progetto c’è bisogno di fondi: al sito www.workingtitlefilmfestival.it troverete non solo i dettagli della rassegna e dei suo film, ma anche l’opportunità di contribuire alla sua crescita.