Raccontiamo questa breve attuale, storia – scrive Massimo Pantano, sindacalista Fim-Cisl Schio – Un lavoratore dipendente, che chiameremo Mario, lavora da 16 anni presso un artigiano E.M.. E? un bravo lavoratore, 48 anni, sposato con una donna che ama e che è il suo sostegno, un figlio piccolo. Un giorno sua moglie muore, dopo una breve ma devastante malattia. Mario resta solo con il figlio piccolo. E? confuso. Non sa darsi pace. Non sa bene cosa e come fare le cose che faceva sempre sua moglie. Si deprime. Per alcuni giorni non va al lavoro. Il titolare dell?azienda lo richiama lo sgrida ma lo sprona a tornare al lavoro. Mario torna, lavora per un po’. Poi un giorno suo figlio si ammala.
Mario la accudisce come non ha mai fatto, visto che prima ci pensava la moglie. Non si presenta al lavoro per alcuni giorni..
Il titolare lo richiama all?ordine, gli consegna una contestazione disciplinare ?si giustifichi. Lei è assente in maniera ingiustificata…?. Mario risponde per iscritto, chiede scusa, si giustifica. Parla del suo momento difficile e delle sue ansie. Si impegna ad essere più diligente.
Tutto Inutile. E.M. lo licenzia, in tronco.
Mario non sa che fare e viene al sindacato. Chiede aiuto. Ora avrà la Naspi come unico sussidio. Si cercherà un nuovo lavoro ma è preoccupato, non sarà facile trovare una occupazione nuova.
In 32 anni di attività sindacale ho incontrato tanti imprenditori locali, la maggioranza non avrebbe mai licenziato Mario. Alcuni, pochi, invece meritano di essere inseriti in quella categoria definita da Buffon, dopo la finale di Champion?s League, quelli che ?hanno un bidone di immondizia al posto del cuore?. E.M. è tra questi. Ha anche fatto degli errori nel licenziare Mario e noi faremo di tutto per costringerlo a risarcire il lavoratore. Anche avesse ragione l?imprenditore, le nostre aziende, che spesso vengono definite come ?famiglie?, si comportano differentemente. Non ci sono solo i contratti ed il diritto, vi è anche la solidarietà, la comprensione, l?umanità. E.M. non sa cosa siano. E.M. lavora metalli preziosi ma è un povero. Imprenditori come lui portano l’Italia indietro.
Mario ha perso il lavoro ma non la dignità.
Questa storia è vera, di questi giorni, ma i nomi no, perché su questi fatti deciderà un giudice.