Mario Clerici, ordinario di Immunologia e Immunopatologia dell’Università Statale di Milano. Secondo lei è meglio partire dai più giovani?
“Lo dico da luglio ed è una tesi supportata anche da uno studio serissimo pubblicato su
Science . Nel momento in cui c’è scarsità di vaccini, per raggiungere l’immunizzazione di gregge più rapidamente bisogna cominciare dai giovani”.
Perché?
“Sono quelli che hanno una vita sociale più attiva, vanno alle feste, si baciano e poi finiscono per contagiare i nonni. La probabilità di giungere a contatto con il virus per un ragazzo è molto più alta, quindi vaccinando un giovane, a valle, proteggi decine di persone. Se vaccini un anziano che sta in casa invece proteggi solo una persona. E questo isola anche da qualsiasi problematica di ordine etico. Ripeto, è molto più utile farlo nel caso in cui le dosi sono poche, come mi sembra esattamente sia la situazione attuale, visto che è presumibile pensare che non ci saranno per tutti fino all’estate”.
Ha in mente una fascia di età come prioritaria?
“Partirei dai 16 ai 25 anni, cosa che per altro ci permetterebbe di riaprire le scuole e le università. Io ho 55 anni, mio padre ne ha 92 ed è chiuso in casa. I miei figli hanno 20 e 21 anni e sono sempre fuori. Sarei molto più contento che il vaccino lo facessero prima i miei figli di me”.
Ma non c’è il rischio che, pur da vaccinate, le persone possano essere ancora contagiose?
“I dati che abbiamo visto di Moderna e Pfizer dicono che una persona, una volta che ha preso la seconda dose, non è più contagiosa in quanto non è più suscettibile al virus. Sostanzialmente, quindi, il problema non si pone o si pone molto poco”.
Quali sono i rischi se invece si comincia dagli anziani?
“Che ci metteremo più tempo per l’immunizzazione di gregge. E quindi avremo oltre alla terza, anche la quarta ondata. E più morti. Vaccinare gli anziani che sono dentro le Rsa è bellissimo dal punto di vista etico, però non ha molto senso”.
Dell’obbligo vaccinale cosa ne pensa?
“Sarebbe da fare per la sanità pubblica, ma il tema è delicatissimo. Una soluzione potrebbe essere quella che applicano a San Marino, dove se non ti vaccini e poi ti ammali devi pagarti le spese per le cure sanitarie”.
Intervista di Luca De Vito per Repubblica