La sottosegretaria del ministero della Salute Sandra Zampa (in foto) alla trasmissione Agorà di RaiTre ha pur senza citarlo confermato le parole del governatore veneto Luca Zaia sul passaporto sanitario affermando che il vaccino anti-Covid, Moderna o Pfizer, entrambi ottimi secondo il virologo Clementi, potrebbe diventare “precondizione per lavorare nel pubblico impiego”. La parola “precondizione” sembra una reticenza e allo stesso tempo una non-parola, come guerra umanitaria, un modo per dire “obbligatorio”, senza dirlo. Insegnanti, medici, operatori ecologici, personale ATA, impiegati degli uffici comunali, tutti i cosiddetti statali, dovranno vaccinarsi altrimenti perderanno il lavoro. Non è ufficiale, ma è un’idea nell’aria, come il virus. Del resto, come ha spiegato giorni fa il magistrato Guariniello, anche nel settore privato la mancata vaccinazione potrebbe comportare un licenziamento per giusta causa, o un cambio di mansione per isolare il non vaccinato dai vaccinati, in quanto il datore di lavoro è obbligato a garantire la sicurezza dei dipendenti. Ricapitolando: potrebbe entrare in vigore il passaporto sanitario per poter usare mezzi pubblici, aerei, accedere a bar, ristoranti, luoghi affollati; chi non si vaccina ha meno probabilità di altri di trovare un lavoro e molta più di perderlo. Ma si continua a dire che non sarà obbligatorio, perché è una parola che spaventa. O che fa perdere voti?
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