Vaia sei anni dopo. Zaia: “È stata una grande lezione. Abbiamo lavorato insieme senza sosta e ridato luce ai nostri boschi e alle Dolomiti”

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I danni della tempesta Vaia, sei anni dopo boschi e monti sono tornati all'antico splendore
I danni della tempesta Vaia, sei anni fa

Il Presidente della regione Veneto Luca Zaia ha ricordato oggi la tempesta Vaia, che sei anni fa abbatté circa 15 milioni di alberi, spogliando interi pendii e modificando irrimediabilmente il paesaggio di molte aree, tra cui le Dolomiti e le Prealpi Venete. Vaia è uno dei più drammaticamente significativi eventi meteorologici avversi registrati in Italia: le piogge persistenti che caratterizzarono la tempesta, iniziate il 26 ottobre 2018 e durate per tre giorni, superarono in alcune zone gli 870 mm, causando l’esondazione di fiumi come il Piave e il Brenta, nonché la tracimazione del lago di Alleghe. La tempesta poi fu caratterizzata da raffiche di vento che raggiunsero i 200 km/h, radendo al suolo 41 mila ettari di boschi, pari a 8,6 milioni di metri cubi di legno. L’8 novembre 2018 venne dichiarato lo stato di emergenza – richiesto da Zaia in risposta ai danni immediati – e il 15 novembre il Capo del Dipartimento della Protezione Civile emise l’ordinanza di nomina di Zaia a Commissario delegato alla gestione dell’emergenza.

Zaia, Vaia, 6 anni dopo
Il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia

Sei anni dopo, ha dichiarato il presidente del Veneto, le Dolomiti sono tornate a risplendere: “Lo testimonia – ha sottolineato Zaia – la riapertura recente dei Serrai di Sottoguda, emblema della devastazione che colpì le nostre montagne tra il 28 e il 30 ottobre del 2018. Una violenza che rese più consapevole il mondo sull’impatto dei cambiamenti climatici a tutti i livelli. Sono stati necessari oltre 2.500 cantieri e l’impegno incessante di tantissime persone per far sì che il territorio si riprendesse”.

La natura nell’occasione ha dato un importante segnale all’uomo, ma la devastazione ha anche insegnato qualcosa: “Quella di Vaia  – ha aggiunto il presidente – è stata una grande lezione dalla quale abbiamo imparato molto. Lo testimonia l’impegno della Regione per la messa in sicurezza del territorio che si è rafforzato come dimostrano i numeri: 560 milioni di euro investiti per realizzare 23 bacini di laminazione (dei quali 10 già portati a termine) per una capacità di oltre 110 milioni di metri cubi. Il tutto per garantire ai veneti tutti accettabili livelli di sicurezza idraulica”.

Un aspetto positivo del post Vaia è stata anche la collaborazione e il coinvolgimento di vari attori, dai livelli statali a quelli locali, che hanno affrontato in modo unitario l’emergenza e la cooperazione interistituzionale è stata realmente decisiva nel mettere in atto rapide ed efficaci soluzioni. “Va riconosciuto – ha detto ancora Zaia – che la risposta alla tempesta Vaia ha segnato un precedente esemplare nella gestione di catastrofi naturali, dove la fiducia reciproca ha giocato un ruolo centrale. La fiducia ha facilitato le operazioni, risolto problematiche e prevenuto contenziosi, rendendo evidente che l’interazione tra persone votate agli obiettivi è lo strumento principale per una efficace conduzione dei lavori. E sottolineo con orgoglio – ha concluso – che non si sono registrati casi di infiltrazioni mafiose o blocchi dei lavori a causa di contenziosi negli appalti. Il metodo di lavoro ‘Vaia’ e la collaborazione continua a vivere nei cantieri e nelle opere che si continuano a pianificare programmare e realizzare”.

Il finanziamento degli interventi per il dopo Vaia ha visto il contributo del Fondo di Solidarietà dell’Unione Europea, che ha erogato 68 milioni di euro, parte di un impegno complessivo che ha portato a certificare un danno totale di 1.641.293.000 euro. Di questa somma, 1.017.000.000 euro sono stati assegnati per i ripristini, distribuiti su un periodo di tre anni (2019-2021), oltre a un’iniziale erogazione di 15 milioni di euro nel 2018 per gli interventi immediati. Tra gli oltre 2.000 cantieri avviati per la ricostruzione post-emergenza, particolare valore simbolico hanno quelli che hanno interessato il lago di Alleghe e i Serrai di Sottoguda per complessivi 16 milioni di euro.