Valdastico Nord, Flavio Lorenzin (Apindustria Vicenza): una parte della politica “dà i numeri”

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Valdastico Nord ora fino a Piovene
Valdastico Nord ora fino a Piovene

“Dalle dichiarazioni rese alla stampa, pare che, negli ultimi giorni, una parte della politica si sia messa – letteralmente – a “dare i numeri”; mi riferisco alle affermazioni sui benefici (o sulla loro assenza) che potrebbero derivare dalla realizzazione di alcune infrastrutture di interesse nazionale” tra cui la Valdastico Nord.

Così esordisce Flavio Lorenzin, Presidente di Apindustria Confimi Vicenza che prosegue: “Già questa dicitura dovrebbe dare conto del fatto che proprio inutili non sono, per tacere delle numerose deliberazioni delle autorità nazionali e regionali in tal senso.

Nello specifico mi riferisco al completamento a Nord della Autostrada Valdastico Nord: nei giorni scorsi ho letto un articolo dove l’opera viene battezzata come inutile perché, secondo i “dati storici”, il traffico sulla Valsugana è limitato a meno di 5000 veicoli al giorno. È fantascientifico anche solo pensare che tutto il traffico da Veneto orientale, Friuli e Romagna e diretto a Nord oggi esca a Padova per andare a Trento usando la Valsugana che, ricordo, è una statale che in molti tratti attraversa centri abitati: 135 km per 2 ore e 20 minuti, dati presi da Guida Michelin.

Altra cosa è che chi proviene da Est all’altezza di Vicenza trovi una Autostrada Valdastico Nord completata. Che si esca a sud o nord di Rovereto, si tratterebbe comunque di un risparmio di circa 70 km di autostrada (poco meno di un’ora di percorrenza per un tir) rispetto all’attuale transito via Verona.

Quindi l’utilità del completamento dell’opera dovrebbe essere parametrata sul numero di automezzi che oggi arrivando dai paesi balcanici, Friuli, Veneto orientale e Romagna  devono andare fino a Verona per imboccare l’Autobrennero.

Non parliamo poi del beneficio che il completamento dell’opera (in sinergia con la Pedemontana) porterebbe alle province di Vicenza e Treviso, che ricordo essere esportatrici verso il Nord Europa della gran parte della loro produzione industriale.

Quindi il risparmio di tempo si coniugherebbe con una significativa riduzione di consumi di carburante e, di conseguenza, con un impatto positivo sulle emissioni inquinanti. Considerando poi la possibilità di una efficace gestione della tratta in tunnel per intercettare ed abbattere gli inquinanti, l’impatto ambientale potrebbe essere ancora migliore.

Concludo riprendendo il tema, orgogliosamente ribadito dai politici trentini secondo i quali l’opera serve solo al Veneto: vorrei far notare loro che forse anche i trentini devono spostarsi; le imprese di quel territorio hanno capito da tempo che l’aureo isolamento non è più un valore da molto tempo e forse anche la politica di quel territorio dovrebbe prenderne atto”.