Vannacci a Vicenza “grazie” a Morellato e Cruciani: i “pirati” dei centri sociali tentano l’assalto

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Vannacci a Vicenza, parte il corteo centri sociali e studenti da piazza Castello
Vannacci a Vicenza, parte il corteo centri sociali e studenti da piazza Castello

Alcune centinaia di manifestanti si sono riunite ieri in piazza Castello a Vicenza per una manifestazione organizzata dal centro sociale Bocciodromo, dall’associazione Caracol Olol Jackson e dalla Rete Studenti Medi (qui e qui trovate alcuni video della manifestazione), mentre un’altra manifestazione organizzata dall’Anpi (“meglio due manifestazioni che nessuna manifestazione” hanno dichiarato dal palco gli organizzatori di quest’ultima) si è svolta davanti a palazzo Chiericati.

I pirati dei centri sociali all’assalto del generale Vannacci

L’obiettivo dichiarato dai manifestanti, autodefinitisi “pirati”, era quello di tentare un “assalto a terra” al Teatro Astra dove il generale Roberto Vannacci, invitato dall’influencer vicentina Michela Morellato, con l’ausilio di Giuseppe Cruciani, ha presentato la sua ultima fatica letteraria, Il coraggio vince.

Il paradosso della tolleranza di Popper

Per spiegare queste proteste, che hanno risvegliato la richiesta di una clausola antifascista per la concessione di spazi pubblici, introdotta da Variati e cancellata da Rucco, torna utile richiamarsi al paradosso della tolleranza del filosofo austriaco Karl Popper.

Egli sosteneva che una società aperta deve, per la propria sopravvivenza, essere intollerante con chi è intollerante, perché dando troppo spazio e libertà di parola e di espressione si rischia di finire schiacciati e sottomessi, con un grosso rischio di trovarsi un governo autoritario o una dittatura liberticida

Io non implico, per esempio, che si debbano sempre sopprimere le manifestazioni delle filosofie intolleranti; finché possiamo contrastarle con argomentazioni razionali e farle tenere sotto controllo dall’opinione pubblica, la soppressione sarebbe certamente la meno saggia delle decisioni. Ma dobbiamo proclamare il diritto di sopprimerle, se necessario, anche con la forza; perché può facilmente avvenire che esse non siano disposte a incontrarci a livello dell’argomentazione razionale, ma pretendano di ripudiare ogni argomentazione; esse possono vietare ai loro seguaci di prestare ascolto all’argomentazione razionale, perché considerata ingannevole, e invitarli a rispondere agli argomenti con l’uso dei pugni o delle pistole. Noi dovremmo quindi proclamare, in nome della tolleranza, il diritto di non tollerare gli intolleranti. Dovremmo insomma proclamare che ogni movimento che predica l’intolleranza si pone fuori legge e dovremmo considerare come crimini l’incitamento all’intolleranza e alla persecuzione, allo stesso modo che consideriamo un crimine l’incitamento all’assassinio, al ratto o al ripristino del commercio degli schiavi.

Le idee di Vannacci: gay non normali, da rieducare

Vannacci nel suo primo libro e besteller Il mondo al contrario ha scritto tra le altre cose che “gli omosessuali non sono normali” e in un’intervista ha detto che se avesse una figlia omosessuale cercherebbe di “reindirizzarla verso l’eterosessualità”. Se ne avessi la possibilità, da giornalista, vorrei chiedere a Vannacci cosa intende, concretamente, per “reindirizzamento degli omosessuali”: elettroshock? Cura ormonale? Corsi di eterosessualità con psicologi? Credo sia legittimo che i cittadini si preoccupino delle idee di una figura importante nella scala gerarchica delle istituzioni e delle cariche dello Stato: in caso di crisi o di emergenza, ai generali potrebbe anche essere chiesto di guidare il Paese, come è stato chiesto al generale Figliuolo di gestire, a livello logistico, l’emergenza Covid. Si parla di casi estremi, che ci fanno venire in mente le dittature sudamericane, o africane, ma anche europee con Grecia, Spagna e Portoghello. Uno scenario più realistico, dato che è indagato per istigazione all’odio e ormai è sempre più schierato a destra, è che Vannacci lasci l’esercito per entrare direttamente in politica. In ogni caso, pensare che consideri non normale e da rieducare una fetta di popolazione, porta a possibili scenari inquietanti dal punto di vista delle proposte politiche, e del resto Salvini, il più papabile a portare Vannacci sull’altra sponda, è da sempre gran sostenitore di Putin, che in Russia ha vietato i gay pride, i matrimoni gay, le adozioni gay, le unioni civili e ha bandito dal Paese il movimento LGBT.

Vannacci, manifestanti assaltano la gru di palazzo Chiericati
Manifestanti assaltano la gru di palazzo Chiericati

Una sede inopportuna

La scelta della sede, il Teatro Astra, storicamente legato alla cultura, ma anche ai dibattiti come quello sulla TAV, con una compagnia, la Piccionaia, che si è apertamente dissociata, e l’orario, concomitanza con la partita del Vicenza (che ha pareggiato in casa dopo due vittorie consecutive), sono risultati poco opportuni (lo Spazio Bixio in passato ha ospitato l’assessore veneto che ha cantato Faccetta Nera da Cruciani Elena Donazzan, e il locale Il Borgo di Montebello ha ospitato un raduno di estrema destra), fermo restando la libertà di espressione. Ma Vannacci ha pagato per avere lo spazio, e si è fatto pagare (cosa mai vista) per assistere alla presentazione del suo libro. Il Comune, anche se con giunta di centrosinistra, ha concesso lo spazio, e buonanotte ai suonatori.

Le fasi salienti della manifestazione

I manifestanti hanno parlato di diritti LGBT, di femminicidio, della loro contrarietà al militarismo e quindi all’adunata degli alpini. La polizia non ha concesso ai manifestanti di raggiungere il teatro Astra. Essi non hanno cercato lo scontro e si sono, per così dire, accontentati, di un assalto via acqua, attraversando il Retrone con un canotto per esporre uno striscione e poi salendo su quello che ormai è un monumento di Vicenza, cioè la gru vicino a palazzo Chiericati, per esporre un altro striscione, spezzato dal vento, e infine, a poche centinaia di metri dal teatro, mettere musica a tutto volume nel tentativo di disturbare la conferenza di Vannacci.