All’esuberante Carlo Calenda i panni di “soldatino” del Parlamento europeo stanno già stretti. Se sua è stata l’elezione a Bruxelles con 275mila preferenze nel collegio Nordest il primo degli esclusi nel Partito Democratico è risultato il vicentino Achille Variati, grazie ad un eccellente risultato di quasi 50 mila voti conquistati in pratica tutti in Veneto.
Terra in cui l’ex sindaco di Vicenza punta a diventare l’alfiere del centrosinistra per (sognare di) spodestare Luca Zaia dal “trono” della Regione, magari guadagnando visibilità e pedigree subentrando prima, ecco i rumors, a Calenda in Europa per poi lasciare a sua volta il posto a un’altra veneta, Laura Puppato che lo segue nell’elenco dei non vincenti con i suoi 48mila voti conquistati.
A far iporizzare questa possibile staffetta pro Variati e non solo ci sarebbe il progetto nazionale nei piani di Calenda che, come contrappeso di un possibile avvicinamento nei prossimi mesi tra il Pd di Nicola Zingaretti e il Movimento 5 Stelle a probabile futura guida Roberto Fico, starebbe preparando la nascita di un nuovo Partito Liberaldemocratico, in “appoggio esterno”, ma anche ni, all’area di centrosinistra.
Il movimento lanciato da Calenda “Siamo Europei” era stato fatto inserire nel simbolo dei Dem alle europee, ma nei mesi di campagna elettorale sono nati molti comitati autonomi, soprattutto in Veneto con estimatore numero uno a Vicenza Otello Dalla Rosa, l’ex candidato sindaco sconfitto da Francesco Rucco .
L’embrione del nuovo partito politico liberaldemocratico non può prescindere, però, da quello che appare un progetto simile ma imperniato sulla figura determinante di Matteo Renzi. E tra le varie ipotesi, non a caso, potrebbe tornare il sereno sui rapporti burrascosi tra il suo ex ministro e l’ex premier che, insieme ad un nutrito gruppo di seguaci renziani già “insediati”, cioè con seggi occupati in Italia e in Europa, porterebbe la sua esperienza amministrativa e politica come fulcro del nuovo progetto, se fosse unitario.
Contro di questo gioca la spiccata volontà di protagonismo di entrambi i suoi due attori principali che, però, sono entrambi anti 5 Stelle ed entrambi naturalmente dialoganti con i forzisti e i “moderati” non affascinati da Salvini.
Bisognerà, quindi, vedere se nelle strategie disegnabili, e diverse nel caso di elezioni vicine o lontane, si vorranno assegnare ruoli diversamente spendibili (leader politico uno e candidato elettorale l’altro) i due “fondatori” di un partito essenzialmente centrista, Renzi e Calenda.
Quest’ ultimo, e qui torniamo all’ipotesi iniziale su un Variati alla ricerca dell’immortalità politica, per dedicarsi appieno al nuovo partito (a meno che come impegno a Bruxelles non voglia imitare l’assenteismo di Salvini tipicamente presente nei giorni di… lauta paga) Calenda lascerebbe inevitabilmente il posto nell’europarlamento all’ex sindaco di Vicenza nonché ex presidente della Provincia e dell’Upi oltre che ex consigliere regionale e…
Fanta seggi e fanta politica? Si vedrà.