L’ironia, un po’ bizantina, dell’ex sindaco Achille Variati, fa sorridere e porta a considerare il suo ultimo anno di inattività, in una maniera diversa da quella che lui dichiara su Il Giornale di Vicenza (?). La frase «Nell’ultimo anno non sono intervenuto nella macchina comunale per correttezza nei confronti del nuovo sindaco. Ma con onestà intellettuale mi metterò a disposizione». In molti ritengono che il primo cittadino abbia praticamente lasciato in mano al suo vice Jacopo Bulgarini d’Elci la guida della amministrazione comunale per dedicarsi anima e corpo alle vicende della provincia, dell’UPI – Unione delle Province d’Italia, della Cassa Depositi e Prestiti, magari di qualche altra istituzione e probabilmente anche di se stesso.
Ma che l’abbia fatto per correttezza nei confronti del successore Francesco Rucco è scarsamente credibile. Lo diventa di più se si parte dal presupposto, era la sua speranze, che a sostituirlo in sala Bernarda vi fosse il suo vice. Variati stesso ammette che vi sono state delle deficienze, quante fossero e di quale gravità mica lo dice, ma non lo sapremo certo da lui, e questo è del tutto comprensibile.
Molto meno comprensibile è la questione del direttore generale visto che, sempre a detta di Variati, “Quanto è accaduto ad Antonio Bortoli, inquisito in una vicenda non ancora chiusa, lo ha portato a lunghi periodi di malattia e tutto questo si è sentito». Che fosse malato dispiace, ma anche quando stava ufficialmente bene non lo si è sentito affatto. Per lo meno non l’hanno sentito i magistrati, eppure si trattava di illustrare il suo lavoro che poi era un lavoro fatto per conto del Comune e quindi interessava tutta la comunità vicentina. In verità il direttore generale in quella circostanza doveva farsi uscire un filo di voce per rispetto di tutti i suoi collaboratori, dell’intera ammnistrazione a partire dal sindaco,e per rispetto anche dei vicentini.
Tutti quando affrontiamo un nuovo compito abbisogniamo di consigli, ma è buona norma non richiederli a chi ha tutto l’interesse a che le cose rimangano dove sono. La cortesia di Achille Variati è più che evidente nelle sue dichiarazioni di disponibilità verso il nuovo sindaco ma penso che valga la pena di rammentare un antico detto Timeo Danaos et dona ferentes.