Zlatan Vasiljevic, per il Ssr esito positivo del percorso psicologico rieducativo dell’autore del duplice femminicidio

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Zlatan Vasiljevic
Zlatan Vasiljevic (Foto da Fecbook)

Zlatan Vasiljevic: la sua posizione dal punto di vista legale è chiarita oggi dalla Procura della Repubblica di Vicenza in una nota che ricostruisce le denunce sporte dalla sua ex moglie e dai famigliari, l’esito dei procedimenti che ne sono scaturiti e fino al percorso riabilitativo e rieducativo.

L’uomo di origine bosniaca – lo ricordiamo – si è tolto la vita mercoledì 8 giugno dopo aver ucciso due donne. Nell’ordine, una sua ex compagna, Gabriela Serrano, e la sua ex moglie, Lidia Miljkovic.

Il procuratore Lino Giorgio Bruno chiarisce innanzitutto quella che è l’ultima notizia di reato giunta all’ufficio su denuncia della ex moglie dell’assassino, iscritta il 19 marzo 2019 nei confronti del Vasiljevic. Ovvero, “quella che ha dato luogo al procedimento penale n. 2159/2019 r.g. mod. 21, definito con sentenza della Corte di Appello di Venezia del 2 febbraio 2021, irrevocabile in seguito alla declaratoria di inammissibilità del ricorso proposto dall’imputato dichiarata dalla Corte di Cassazione con sentenza del 3 marzo 2022; successivamente – prosegue il procuratore – nessuna ulteriore denuncia o segnalazione è pervenuta dalla donna e/o dai suoi famigliari. A carico del Vasiljevic risulta solo una recente iscrizione successiva, il 25 maggio 2022, per contravvenzione al Codice della Strada”.

In seguito viene chiarito l’operato della Procura di Vicenza a seguito del procedimento penale appena menzionato e per il quale “su richiesta di questa Procura, il Vasiljevic fu sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere dal 4 aprile 2019; la misura fu successivamente attenuata in quella degli arresti domiciliari e dal 5 dicembre 2019 quest’ultima sostituita con le misure del divieto di avvicinamento alla persona offesa e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Per queste ultime misure è stata dichiarata la perdita di efficacia il 2 febbraio 2021, con la stessa sentenza della Corte di appello di Venezia che definiva il giudizio di secondo grado. il Vasiljevic è stato pertanto continuativamente sottoposto a misura cautelari per circa due anni, dal 4 aprile 2019 al 2 febbraio 2021 e non risultano, in tale periodo, segnalazioni di violazione alle prescrizioni imposte”. 

Bruno, poi, chiarisce l’esito del processo al quale il bosniaco è stato sottoposto. “La posizione del Vasiljevic è stata definita in primo grado dal Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Vicenza con sentenza del 2 luglio 2020, emessa all’esito del giudizio abbreviato richiesto dall’imputato – procedimento speciale che, come è noto, prevede una diminuzione di pena – alla pena di anni uno e mesi dieci di reclusione, con condanna al risarcimento dei danni in favore della Miljkovic (ex moglie, ndr), costituita parte civile. La condanna – viene ricordato nella nota della procura – fu pronunciata per i reati di maltrattamenti aggravati e di lesioni personali aggravate, con assoluzione per il reato di violenza sessuale pluriaggravata, in quest’ultimo caso facendo riferimento alle dichiarazioni rese dalla donna in sede di incidente probatorio, ritenute modificative rispetto al contenuto della denuncia-querela. Il Giudice non concedeva il beneficio della sospensione condizionale della pena.

Per quale motivo? Anche questo aspetto viene chiarito da Bruno che, a sua volta, cita il pronunciamento del Gup: “… (l)a lunghissima protrazione delle condotte di maltrattamento, delle quali nella prospettiva prognostica richiesta dall’art. 163 c.p. non può non tenersi conto… non consente di ritenere che in futuro l’imputato si asterrà dalla commissione di ulteriori condotte aggressive, trattandosi di una modalità relazionale certo agevolata dall’abuso di alcolici, ma che trova fondamento in un sostrato culturale arretrato, basato su una concezione del rapporto uomo-donna di tipo padronale e dominante, che nemmeno l’avvio del precedente procedimento penale (si tratta del procedimento n. 1715/2018 r.g. mod. 21, iscritto in base a precedente denuncia della MILJKOVIC e dei famigliari, attualmente in fase dibattimentale e nell’ambito del quale il VASILIJEVIC fu sottoposto, su richiesta di questa Procura, alla misura dell’ allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e dai prossimi congiunti con ordinanza del G.I.P. 18 8, n.d.r.) – con applicazione della misura cautelare – aveva in alcun modo scardinato e ridimensionato. E’ ben vero che le relazioni del SERD e dell’Associazione ARES hanno dato atto che attualmente il percorso riabilitativo e rieducativo dell’imputato sta avendo buon esito… ma trattasi solo dell’inizio di un programma di complessiva revisione del proprio comportamento, non sufficiente alla concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena”.

Infine, a chiudere il quadro “giudiziario” riguardante Zlatan Vasiljevic il procuratore Bruno si sofferma sull’evoluzione nelle aule di tribunale del procedimento fin qui descritto e come si è poi deciso di concedergli la sospensione condizionale della pena.

“Come si è detto – argomenta ancora -, in seguito all’impugnazione proposta dal Vasiljevic, il procedimento è stato definito dalla Corte di appello di Venezia con sentenza del 2 febbraio 2021. Con la sentenza è stata ridotta la pena irrogata in primo grado ad anni uno e mesi sei di reclusione e concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena, con conferma delle statuizioni civili.

In motivazione – ancora Bruno -, con riferimento alla concessione del beneficio, la Corte ha argomentato nel senso che ‘… L’imputato risulta tuttora incensurato. La dichiarazione resa in data 6 luglio 2020 del SERD (Servizio per le dipendenze patologiche, ndr) dell’ULSS n. 8 attesta che il Vasiljevic si è sottoposto dal 17 maggio 2019 sino al 26 giugno 2020 a un programma terapeutico. La valutazione finale è positiva, evidenziandosi una condizione di astinenza iniziata almeno un anno prima della data di attestazione, senza ausilio di terapia farmacologica.

La dichiarazione del 28 luglio 2020 dell’Associazione ARES attesta, analogamente, l’esito positivo del percorso psicologico rieducativo cui si è sottoposto il Vasiljevic dall’11 dicembre 2019 al 27 luglio 2020. A fronte di tali risultanze, deve esprimersi una prognosi favorevole circa la futura astensione dell’odierno imputato dalla commissione di altri reati’”.

Resta tuttavia il dolore dei famigliari delle vittime. In particolare quelli della ex moglie. “Non ce l’ho con la polizia, in Italia purtroppo la legge è così, non possiamo fare niente”. Questo quanto dichiarato da Sanja Miljkovic, sorella di Lidija, alla stampa locale e non.

“Sapevamo – ha aggiunto – che quell’uomo aveva le armi, anche dei coltelli con i quali voleva colpire mia sorella, lo avevamo detto ai poliziotti. E secondo me, tutto l’esplosivo che aveva in macchina era per noi”.

Ma soprattutto, ha detto: “Mia sorella sapeva che lui la seguiva, lo aveva visto più volte. Sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato. Conoscevamo la situazione, la polizia sapeva. Ora si è risolto tutto, mia sorella non c’è più e noi stiamo male“.

Parole che non possono lasciare indifferenti.