La vendemmia del 2022, nonostante il grande caldo e periodi di siccità, ha superato le aspettative grazie alle precipitazioni del mese di agosto che hanno risollevato l’andamento della maturazione, raggiungendo circa i 50,27 milioni di ettolitri di vino prodotti di ottima qualità. In tutte le regioni d’Italia, nei borghi e nelle campagne fino all’alta quota dei vigneti del Trentino, la conclusione della vendemmia è il momento di festeggiare per celebrare la qualità del raccolto e augurare abbondanza futura.
Il valore storico ed antropologico della vendemmia risale a tempi molto antichi e si è tramandato di generazione in generazione attraverso metodi di lavoro e tradizioni contadine, conservandosi anche con l’evolversi delle tecniche agricole. Le diverse fasi di coltivazione della vite, come la semina, la gemmazione, la vendemmia e la maturazione del vino rappresentano un ciclo ininterrotto legato a riti vitalistici del risveglio benefico della natura, come ci insegna il mito di Dioniso.
Figlio di Zeus e Semele, cresciuto sul monte Nisa ed educato da Sileno, Dioniso visse circondato dalle Ninfe e dai Satiri, diffondendo tra gli uomini la conoscenza della vite e degli effetti benefici del vino che conduce l’uomo all’enthousiasmòs, alla gioia sfrenata che toglie le inibizioni, ad un’esaltazione che anche qualora diventi eccessiva, rimane sempre manifestazione di vita.
I greci e ancora di più i romani amavano decorare le loro domus con elementi decorativi e scultorei che richiamassero al mondo dionisiaco, affinché lo spirito di benessere e spensieratezza si diffondesse nella loro casa, così come ci mostrano le opere della Fondazione Sorgente Group.
“La Fondazione ha deciso di acquistare alcuni capolavori di statuaria antica che raffigurano personaggi del mondo dionisiaco di notevole qualità – ci spiega Valter Mainetti, Presidente della Fondazione Sorgente Group (su ViPiu.it altre sue iniziative, ndr)– tanto da essere stati esposti in una mostra dedicata dal titolo Il sorriso di Dioniso nella sede del Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps”
La statua stante del giovane Dioniso della Fondazione Sorgente Group raffigura la divinità nella sua nudità, ma con elementi che lo avvicinano al mondo dei boschi e della natura: indossa la pàrdalis (la pelle di felino) come mantello, alti stivaletti ai piedi, un ricco diadema vegetale con edera, pampini e uva, e per finire una cintura composta da roselline, nel richiamo alla rinascita e al culto di Afrodite. L’integrità dell’opera, le sue dimensioni, con 150 cm di altezza, e l’originalità degli elementi come la sottile cintura floreale, la rendono un capolavoro di scultura romana.
“Quando abbiamo acquistato questa scultura, è stato necessario iniziare un’operazione di pulizia e restauro, affinché il marmo recuperasse il suo naturale colore e il volto la sua dolcezza e lineamenti. – racconta Valter Mainetti – L’opera è stata giudicata di particolare interesse scientifico e culturale divenendo così parte del patrimonio culturale italiano.”
Unica nel suo genere è la maschera di Papposileno in bronzo, datata alla prima metà del I a.C. e la più grande finora conosciuta di età ellenistica. Ci mostra l’aspetto ferino del più anziano del corteggio dionisiaco, che secondo il mito viveva nei boschi, detestava le formalità della vita civilizzata e partecipava ai cortei cantando con voce melodiosa, spingendo così l’uomo a vivere in sospensione dagli affanni quotidiani e godersi un momento di serenità. Ovviamente non veniva indossata, ma, tramite i due fori laterali, veniva appesa, tramite un nastro e serti vegetali, tra le colonne del peristilio di una lussuosa domus, quale elemento decorativo. “Quest’opera ha costituito un vero arricchimento per la Collezione archeologica della Fondazione – spiega Mainetti – e con mia moglie Paola, siamo rimasti subito colpiti dalla bellezza e dalla eccezionalità della maschera di Papposileno. La sua espressività è disarmante, come la raffinata lavorazione del bronzo, di altissimo livello per la difficoltà di esecuzione.”
Altri elementi decorativi presenti nei peristili erano, ad esempio, gli oscilla bifronte in marmo con maschere teatrali, che a forma di disco venivano appesi e presentano su entrambi i lati scolpite a rilievo maschere teatrali della tragedia e della commedia, o anche rilievi rettangolari che sorretti da pilastrini erano destinati ad occupare gli
intervalli tra le colonne, come negli esempi ben conservati della Fondazione Sorgente Group.
Così la divinità che tutela e protegge il vino e propizia la vendemmia in un ciclo vegetativo senza fine, diviene compagno benevolo e portatore di benessere nella vita quotidiana del civis romano, consapevole però che è sufficiente un eccesso per rompere l’equilibrio e giungere alla follia.