Vendite al dettaglio in leggera crescita, Aduc: la quiete prima della tempesta?

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Vendite al dettaglio
Vendite al dettaglio

I dati Istat – ottobre rispetto a settembre (congiunturale) – mostrano una moderata crescita (0,1% in valore) delle vendite al dettaglio, mentre su base tendenziale (questo trimestre rispetto al medesimo trimestre di un anno fa), l’aumento è del 3,7%, sempre in valore. Un dato “curioso” è il calo del commercio elettronico (-3,7%) rispetto a ottobre 2020 che, sembra, sia dovuto al particolare picco che fu registrato l’anno scorso – si legge nel comunicato che pubblichiamo dell’associazione Aduc  (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –.

Dati che mostrano un economia che si sta riprendendo, con disponibilità dei consumatori a spendere, pur se in maniera parca rispetto ai mesi precedenti e, soprattutto, di un buon livello rispetto all’anno scorso?

Dobbiamo essere tranquilli: abbiamo imboccato una buona via?

Abbiamo qualche dubbio.

Dallo scorso 1° ottobre le bollette energetiche sono molto cresciute e i dati di ottobre sono prematuri per capire quanto questa crescita possa aver condizionato le vendite. A nostro avviso, per capire cosa ha significato l’aumento delle bollette energetiche bisognerà attendere i dati di dicembre, quando gli utenti avranno cominciato a pagare le bollette più care che, pur con gli aiuti del governo fino alla fine dell’anno, si tratta di rincari con due cifre.

Non solo.

Siccome questi rincari il cui rientro era previsto con l’arrivo della primavera sembra che invece dureranno (1), e saranno ancor più pesanti, fino alla fine del 2022, sono presumibili ulteriori contrazioni di vendite al dettaglio. I consumatori si troveranno di fronte a salari sempre uguali (per chi li ha), onde lunghe del covid con molte attività economiche ferme o sotto livelli standard/minimi… un contesto in cui le bollette energetiche diventeranno insopportabili. Bollette energetiche altrettanto insopportabili per tutte le attività economiche che avranno poche alternative ad aumentare i prezzi dei loro prodotti.

Rincari alla fonte e minori disponibilità dei consumatori che, nei prossimi mesi, sarà un crescendo che, ad oggi, lo stesso governo non sa come gestire.

Per questo non ci sentiamo allarmisti se crediamo che i dati Istat di oggi sono solo la quiete prima della tempesta.

NOTA

1 – il gas russo (via Germania) che dovrebbe crearci riequilibrio, al momento è fermo per problemi burocratici tra questi due Paesi. A fine 2022 ci dovrebbe essere il via libera, ma non è detto che la Commissione Ue riesca a trovare tutti d’accordo per questa erogazione.