Veneto al Parlamento europeo, l’intervista con Alessandro Zan (Pd, S&D): “Soldi europei da usare per trasporti regionali intelligenti non per SPV”

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Zan intervistato
Zan nel suo ufficio al Parlamento europeo

Bruxelles. Nella terza delle nostre interviste europee agli europarlamentari veneti abbiamo incontrato Alessandro Zan, europarlamentare padovano del Partito democratico, nel gruppo Socialisti e Democratici.

Alessandro Zan è nato a Padova il 4 ottobre 1973 ed è un politico e attivista italiano, noto per il suo impegno a favore dei diritti civili e delle comunità Lgbtqia+. È al suo primo mandato in Europa (eletto sia nella circoscrizione Nordest che Nordovest ha, poi, tecnicamente optato per quest’ultima), anche se è già stato deputato in Italia per due legislature. È molto noto per essere stato il primo firmatario del famoso Ddl Zan, il disegno di legge contro l’omofobia, la transfobia, la misoginia e l’abilismo.

Ma ascoltiamolo

Onorevole Alessandro Zan, in quali aspetti lei vorrebbe che le città venete, come Padova, Vicenza e Verona, somigliassero di più a Bruxelles? Quali sono le caratteristiche di questa città che pensa potrebbero essere d’ispirazione per il Veneto?

Bruxelles ha uno stile molto aperto, è una città cosmopolita in cui convivono persone di culture e lingue diverse. Anche il Veneto, pur con una lunga tradizione locale, è una regione dinamica che sa guardare al mondo: è una delle regioni italiane con più export, specialmente di prodotti manifatturieri, artigianali e tecnologici. Vorrei vedere anche in Veneto un’apertura maggiore verso l’estero e una maggiore contaminazione culturale, evitando l’isolamento che invece alcune forze politiche sembrano preferire. Questo è il Veneto di cui sono orgoglioso e che mi piacerebbe si rafforzasse.

Oltre a una maggiore apertura culturale e sociale, pensa ci siano anche aspetti infrastrutturali o di funzionamento delle città, come i trasporti, da cui prendere esempio?

Sì, certamente. In Veneto abbiamo fatto progressi importanti in alcune aree, come nella raccolta differenziata e nel riciclo, e siamo tra le prime regioni europee in questi ambiti. Tuttavia, manca un sistema di trasporto pubblico integrato, anche perché negli ultimi anni ci sono stati molti tagli e si è investito soprattutto sul trasporto su gomma, come dimostra la costruzione dell’autostrada Pedemontana. È un’opera costosa che però viene ad ora poco utilizzata e che avrebbe potuto essere evitata per destinare le risorse a un sistema ferroviario di superficie.

Un sistema ferroviario metropolitano di superficie, infatti, potrebbe collegare meglio i diversi centri veneti, consentendo agli studenti e ai lavoratori di spostarsi in modo più economico e sostenibile. Purtroppo, questa scelta non è stata fatta, e così il Veneto resta scollegato. È assurdo, ad esempio, che non esista nemmeno un collegamento metropolitano tra l’aeroporto di Venezia e le principali città venete. Altre città europee hanno fatto scelte diverse, e il Veneto ne ha perso l’opportunità, le scelte portate avanti da Zaia e dal centrodestra in questo ambito sono state miopi.

Pensa che ci sia una buona percezione del Veneto, a livello culturale, turistico ed economico, da parte dei parlamentari stranieri con cui collabora al Parlamento?

C’è sicuramente un aspetto culturale e turistico molto importante nella nostra Regione, considerando anche la sua importanza artistica con Venezia, Verona, Padova, ma anche Vicenza con il palladio e le Dolomiti. È una regione molto conosciuta e molto apprezzata. Di certo è che le decisioni prese in Europa hanno impatti molto concreti sulla vita quotidiana dei cittadini. Per questo, credo sia fondamentale continuare a investire nell’Unione Europea, anche per proteggere il nostro territorio e rappresentare i nostri interessi. Diversi colleghi in passato, penso a Salvini, sono stati eletti e poi sono risultati assenteisti, non curandosi di essere presenti nei luoghi dove si prendono le decisioni che influenzano il nostro territorio. Serve invece una partecipazione attiva e costante per rappresentare efficacemente i cittadini.

In merito ai fondi europei per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026, pensa che siano stati utilizzati al meglio?

A mio avviso, si è partiti in ritardo e si rischia di perdere delle opportunità importanti. Costruire impianti che, dopo i giochi, rischiano di rimanere abbandonati non è una scelta sostenibile. Dobbiamo fare molta attenzione a come spendiamo questi soldi, tutelando i nostri paesaggi e investendo in infrastrutture che siano utili anche dopo l’evento, e non dannose per il territorio.

Parlando di tutela ambientale, come pensa che si debba intervenire sulle emergenze come le alluvioni, che purtroppo, come stiamo vedendo anche in queste settimane a Valencia e in Sicilia ora, stanno diventando sempre più frequenti? Tenendo conto che anche il territorio veneto è un territorio a rischio.

Prima di tutto, bisogna riconoscere l’esistenza dei cambiamenti climatici e smettere di ignorarli. Gli eventi estremi sono sempre più frequenti e pericolosi, e non possiamo più far finta di nulla. Dobbiamo investire in infrastrutture per contrastare il dissesto idrogeologico, ma anche rendere consapevoli le persone dell’importanza della sostenibilità. L’Europa ha approvato il Green Deal, ma ci sono forze politiche che vogliono rallentarlo o smantellarlo, dicendo che è dannoso per i cittadini, quando in realtà siamo già in ritardo. Inoltre, eventi tragici, come quelli di Valencia ci hanno messo davanti alla consapevolezza che la popolazione e le istituzioni non sono preparati a intervenire.

Cosa può fare l’Europa per le regioni, a partire dai fondi di coesione?

L’Unione Europea dovrebbe saper leggere meglio le esigenze di ogni regione. Il Veneto, ad esempio, ha delle necessità diverse da altre regioni italiane, e l’Ue dovrebbe trovare il modo di collaborare di più con le istituzioni locali, migliorando la comunicazione e adattando il sostegno economico in modo più mirato alle peculiarità territoriali.

Cosa pensa del suo lavoro da eurodeputato?

È un lavoro entusiasmante e di grande responsabilità. Noi deputati europei, a differenza di chi è eletto con le liste bloccate, siamo votati direttamente dai cittadini, quindi sentiamo il dovere di rappresentare il nostro territorio con serietà. Cerco di mantenere un contatto costante con il Veneto, soprattutto tramite visite qui in Europa, mi impegno per far conoscere anche ai cittadini veneti l’Europa e il Parlamento europeo, perché comprendano come queste istituzioni influiscano sulla loro vita.

Dopo Alessandra Moretti, Paolo Borchia e Alessandro Zan ci saranno altri deputati pronti a raccontarci del Veneto in Europa…