Per modus operandi e accuse Veneto Banca è la sorella di Banca Popolare di Vicenza. Dell’iter di liquidazione, e dei suoi problemi, ne hanno parlato oggi in Commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario Giuliana Scognamiglio e Giuseppe Vidau, entrambi commissari liquidatori di Veneto Banca. Ha poi chiesto chiarimenti anche l’unico componente vicentino della commissione Pierantonio Zanettin. (Qui di seguito il video completo dell’audizione)
Veneto Banca, in liquidazione coatta amministrativa da fine giugno del 2017, ha al momento tre procedimenti penali pendenti presso il Tribunale di Treviso. Per la maggior parte riferibili all’ex amministratore delegato Vincenzo Consoli, considerato il dominus di tutte quelle operazioni “baciate” che “rifilavano” a 40 euro azioni che ne valevano appena 8. Il manager è infatti indagato per associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Sui vertici dell’ex Popolare di Montebelluna pendono anche le accuse di ostacolo all’autorità della vigilanza, aggiotaggio e falso in prospetto. Il gup, a gennaio 2021, ha poi citato Veneto Banca come responsabile civile. Sono infatti 1694 gli azionisti truffati che fanno valere la responsabilità civile dell’ex Popolare.
Per quanto riguarda il ruolo di Banca Intesa – l’istituto che ha rilevato Veneto Banca per la cifra simbolica di 1 euro dopo il crac – l’on. Zanettin ha richiesto chiarimenti in merito al milione e 100mila euro monetizzati a Banca Intesa del milione e 400mila incassati dalla struttura liquidatoria in tre anni. Contando che ci sarebbero ancora i creditori chirografari – ovvero chi non è assistito da cause di prelazione – e lo Stato da risarcire, «Banca intesa ha fatto un affarone» ha commentato sarcastico. Ma il commissario liquidatore Vidau ha spiegato che «il debito per lo sbilancio ci costava 87mila euro al giorno e i tassi di mercato erano negativi. Quindi la parte in più l’abbiamo monetizzata a Intesa per ridurre il costo del debito».
Un altro nodo al quale si sono trovati davanti i commissari liquidatori sono state proprio le baciate e la normativa che sta sotto. «È un problema qualitativamente pesante» ha commentato Giuliana Scognamiglio. «Al momento della negoziazione è emersa la proposta di non cedere ad Amco (ex Sga, nda) i crediti delle baciate. Questo fa sì che i crediti sono rimasti sulle spalle delle due banche in liquidazione (Veneto Banca e la Popolare di Vicenza, nda). Sono crediti attivi nelle due procedure che pesano molto». «Serve un orientamento giurisprudenziale da parte anche della Corte Costituzionale» ha anche aggiunto.