Ebbene se è rimasta muta Intesa Sanpaolo, che prima che Veneto Banca sbarcasse in Albania era l’unico Istituto italiano a presidiare quel territorio dell’est europeo con Intesa Sanpaolo Bank Albania nata nel 2008 dall’unione di due importanti banche del paese, la Banca Italo-Albanese (fondata nel 1993) e l’American Bank of Albania (fondata nel 1998), entrambe acquistate, una risposta ci è arrivata da SGA spa.
La società è stata rilevata sempre da Intesa, per la quale aveva gestito le sofferenze del Banco di Napoli appena acquistato, dal Mef, Ministero dell’Economia e Finanze italiano, quindi dello Stato italiano, inizialmente per “realizzare” gli Npl delle due ex popolari venete con effetti potenzialmente dirompenti ma ad oggi ancora non ben valutati dai nostri politici ed ora sempre più impegnata a mo’ di privati nel redditizio business dei crediti in sofferenza.
Se la società publica non ci ha, ricevuto come da noi chiesto (su bankileaks.con il testo delle mail) per un trasparente ma approfondito “confronto/controllo/integrazione delle informazioni in nostro possesso” su “alcune vicende che riguardano loro (“presunti debitori di Veneto Banka Sh. A. “, ndr) e, più in generale, la gestione dei crediti in Albania”, il 15 aprile scorso ci ha risposto così:
“SGA non commenta e non è tenuta a dare informazioni su singole posizioni di debito per rispetto della privacy di ciascun debitore. Per quanto riguarda i crediti esteri, SGA ha alcune posizioni (si tratta in generale di piccoli portafogli) in Romania (il più grande), in Moldavia (il più piccolo), in Croazia e appunto in Albania. Non avendo in questi paesi una presenza diretta, SGA ha effettuato un processo di selezione di operatori privati operanti in loco che già si occupano di gestione di crediti in sofferenza. Richieste tutte le credenziali e fatte una serie di verifiche SGA ha deciso, per quanto riguarda l’Albania, di dare in gestione in outsourcing le posizioni debitorie presenti in loco alla società Tranzit. La Tranzit è un soggetto vigilato dalla Banca Centrale albanese”.
Alla portavoce rispondevamo: “…grazie, ma mai ho chiesto informazioni su posizioni debitorie singole, ho invece chiesto come scritto anche via Pec un incontro con chi in Sga avesse la competenza per gestirlo per verificare varie situazioni, diciamo, ambigue. Prendo, comunque, atto della risposta generica e vado avanti. Se il suo cliente avrà altro da comunicarci sulla base dei documenti che pubblicheremo ne prenderemo buona nota come pure siamo ancora disponibili in caso di nuove riflessioni da parte di Sga spa“.
Nulla è successo nel frattempo per cui, andando avanti nelle nostre ricerche e rinviando alcuni passaggi del nostro iniziale “racconto”, vi anticipiamo questo comma di un atto notarile siglato il 25 settembre 2018 a Tirana davanti al Notaio Alket Mancka, che ha certificato che i rappresentanti, davanti a lui presenti, di Veneto Banca in Lca e quelli di Sga spa “dichiarano che sono stabiliti tutti i termini per il trasferimento dei Crediti in conformità con l’Agreement del Ritrasferimento dei Crediti ed anche con l’Agreement del Trasferimento in SGA, quindi i Crediti vengono considerati passati dalla Veneto Banca spain LCA in SGA, il quale adesso è il Creditore attuale dei crediti, a partire dal 1 Luglio 2018…“.
Al di là che non c’è traccia dell’assenso dovuto in base alla legge albanese, salvo statuizioni a noi non note, da parte dei debitori albanesi alla cessione del loro debito a una entità terza rispetto a quella con cui lo hanno originariamente sottoscritto, cioè l’albanese Veneto banka Sh. A., ora sostituita prima dalla banca italiana controllante, poi da Sga, quindi dalla Tranzit con sede alle Cayman e con proprietà russo americana, è interessante sapere chi era davanti al notaio per l’atto di cessione dei crediti in forza del quale, tra l’altro, le iscrizioni delle relative garanzie ipotecarie passavano più volte di mano in un colpo solo.
Ebbene a firmare l’atto per Veneto Banca in Lca c’era, per procura, Alberto Morini che non appare in relazione alcuna con l’organo commissariale ma è, in assenza di Intesa lo leggiamo su Linkedin, International Subsidary Banks Division presso intesa Sanpaolo, e sarebbe è stato in forza alla ex popolare di Montebelluna visto che lo troviamo citato, salvo omonimie, come tale anche in un articolo di Giuseppe Pietrobelli su Il Gazzettino il 4 agosto 2016 dove il collega lo pone in relazione alle discusse operazioni sul capitale con questo passaggio: “Alberto Morini, riferendosi a una riunione nel febbraio 2014: «Si valutò l’eventuale interesse di alcuni clienti a sottoscrivere azioni di VB con impegno al riacquisto. La durata ipotizzata era di 6 mesi»“.
E chi c’era davanti al Notaio Alket Mancka per Sga spa? Un membro del cda? No. Un dirigente di Sga? No.
C’era con procura della Sga attestata dal notaio Andi Ballta della Tranzit Shpk, la società di debt collection incaricata dalla società del governo italiano di monetizzare i crediti passati, con qualche salto procedurale, ci dicono i nostri interlocutori albanesi, alla Sga ma il cui passaggio è fissato con un atto firmato non dal nuovo creditore ma, sia pure con procura, della sua “società di gestione in outsourcing… Tranzit… soggetto vigilato dalla Banca Centrale albanese” che parrebbe sia stata delegata a rappresentare la Sga e i suoi diritti ancor prima di poter avere in mano i conseguenti crediti che in forza dell’atto le saranno ceduti…
Il rompicapo, magari formalmente regolare tra articoli e commi italiani incrociati con articoli e commi albanesi, attenzione, si complica perché, leggendo la premessa dell’atto notarile o, meglio, della sua traduzione il notaio non attesta la correttezza e legalità di quanto fissato ma si limita a dare atto che “I Rappresentati di cui sopra, Veneto Banca spa in LCA e SGA spa, mi hanno chiesto scrivere questa dichiarazione come di seguito…”.
Parrebbe, quindi, semplicemente un’autocertificazione per un ping pong di decine di milioni di euro (in Albania non sono propriamente pochi!) in capo a debitori, reali o gonfiati o presunti, o è qualcos’altro o tutto può essere chiarito a noi poveri cronisti, a cui non si vuol rispondere se non con fredde ed elusive note?
Questa situazione, per non parlare delle premesse dell’inchiesta e di quanto ancora andremo a verificare prima di scrivere, presenta qualche nodo almeno di opportunità se non di illegittimità che potrebbero e dovrebbero chiarire la Sga, a cui invieremo questo articolo caso mai sfuggisse al suo solerte ufficio di comunicazione e/o il MEF a cui appartiene, con magari uno sguardo di verifica di Bankitalia e di eventuali altri organi preposti, e la Banca Centrale di Albania a cui stiamo per porre una serie di, semplici, domande.
Questa storia, dall’estero, potrebbe anche aiutare a chiarire alcune tematiche innescate dal d.l. n. 99 del 25 giugno 2017, che decretò la morte di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, e dal conseguente, immediato atto notarile notturno.
Con quell’atto, di certo non un’autocertificazione, il notaio Marchetti annotò il prezzo di un euro per la vendita delle “parti buone” delle due banche a Intesa Sanpaolo, una valanga di miliardi di garanzie statali, uno scivolo per 4.000 esuberi (3.000 Intesa li utilizzò per i suoi dipendenti) e anche 4.75 miliardi di euro cash formalmente dallo Stato ma in realtà dai soci vittime del flop delle due popolari.
Costoro, infatti, avrebbero potuto recuperare parte dei loro capitali dalla realizzazione del patrimonio delle due liquidazioni se almeno i primi 4.75 miliardi non dovessero tornare nelle casse statali per restituire il denaro anticipato a Intesa chiamata, non si sa perché, salvatrice dei due istituti che, però, non ci sono più e che oggi non risponderà neanche alla domanda implicita nei fatti prima esposti del perché un suo uomo, Alberto Morini, sia stato indicato dalla Sga, società del Mef, a firmare per suo conto: molta stima o vicinanza strategica fra i tre interlocutori?.
Quel patrimonio comprendeva 18 miliardi di Npl ceduti alla Sga che li ha dati in gestione per cifre molto più basse a una miriade di società che del recupero credito fanno il loro crescente e aureo business.
Alcune di questi nuove fabbriche di ricchezza per alcuni speculatori a danno, spesso, di decine di migliaia di poveri cristi, sono almeno ben note; sulla Tranzit, che starebbe “lavorando” 75 milioni di euro, ne vorremmo capire un bel po’ di più…
Arrivederci,. quindi, alla prossima, vicina, puntata in occasione della quale pubblicheremo su bankileaks.com anche l’atto di autocertificazione notarile in originale (sopra c’è una foto delle parte finale con le firme) e la sua traduzione, cosa che non facciamo ora perché ne stiamo ancora studiando e verificando altri interessanti passaggi.