In Veneto cereali Bio che sopravvivono ai cambiamenti climatici

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In Veneto una rete di agricoltori bio riscopre, coltiva e distribuisce semi di specie antiche di cereali che hanno caratteristiche adattive ai nuovi climi estremi.

­”Riscoprire alcune specie antiche, coltivarle, lavorarle e trovare una loro collocazione sul mercato. Questo è quello che da anni molti esperti del settore, in Veneto, stanno facendo per valorizzare la cerealicoltura bio. Per far ciò è stata necessaria la collaborazione attiva degli agricoltori.

Da questa sinergia sono nati progetti come Crescent e Consemi presentati da Giandomenico Cortiana (Consigliere A.Ve.Pro.Bi) e da Tecla Soave (A.Ve.Pro.Bi) nel webinar “La cerealicoltura bio in Veneto. Sementi e cereali: esperienze e attività”, quarto appuntamento sull’agricoltura biologica previsto all’interno del progetto Veneto Biologico, finanziato dal PSR Veneto 2014-2020 e promosso da FederBio.

Il progetto Crescent si è posto l’obiettivo di creare una filiera corta biologica dei cereali antichi sul territorio veneto portata avanti, negli anni, da Consemi che ha studiato e messo in pratica alcuni strumenti utili per consolidare proprio le filiere cerealicole che si sono create. “Quello che è emerso di più durante questo percorso – sostiene Tecla Soave – è la necessità di creare partecipazione attorno allo sviluppo delle filiere, condivisione di esperienze, formazione e informazione”. Non è un caso che a entrare in questa rete è proprio un gruppo di acquisto solidale (GAS) con cui è stata realizzata una comunità del cibo. TERA – acronimo di territorio ecosostenibile per il rispetto della biodiversità – ha unito insieme mondo agricolo, mondo produttivo e consumatori proprio per garantire alle varietà antiche la migliore presenza sul mercato. “È un percorso culturale e di forte formazione che ci consente di dare valore alla biodiversità che, seppure complessa, è una ricchezza”, afferma Giandomenico Cortina.

Ma non solo. Con Casa delle Sementi si è realizzato un vero e proprio luogo fisico e sociale di tutela della biodiversità agricola. I semi custoditi nella casa vengono gestiti collettivamente e democraticamente grazie al supporto di una rete di agricoltori distribuiti lungo tutto il territorio veneto. “È stato un percorso lungo fatto con l’Istituto di genetica e sperimentazione agraria Stampelli che ha portato a trasferire agli agricoltori esperienze e metodologie per gestire al meglio le varie tipologie di semi. Attualmente, sono custodite all’interno della Casa 25 varietà, 3 miscugli e 4 popolazioni. In 3 anni di progetto sono stati coinvolti 35 agricoltori e coltivate 300 particelle di coltivazione”, sostiene Valeria Grazian (Rete Semi Rurali). Tra questi anche giovani agricoltori come Matteo Caloi, che con la sua azienda agricola sperimenta e mette in campo gli strumenti proposti dai vari progetti.