Centrodestra unito sul documento predisposto dal governatore Veneto Luca Zaia sull’autonomia. Tutte le forze politiche della coalizione, cioè Fratelli d’Italia e Forza Italia compresi, hanno sottoscritto nelle ultime ore l’intesa. Ne dà notizia la Liga Veneta, partito ri-fondato su insistenza dello stesso Zaia, anche per controbilanciare la spinta nazionalista della Lega-Salvini premier, senza il Nord.
“È stata una trattativa lunga e per certi versi complicata – ha detto il vicesegretario federale della Lega e segretario della Liga Veneta Lorenzo Fontana -. Oggi dal Veneto parte l’accordo base per il futuro governo del Paese. Abbiamo richiamato gli alleati a un impegno particolare sull’autonomia, un punto che per noi è fondamentale e rispecchia il volere espresso da oltre 2milioni di veneti – rimarca Fontana -. Lo abbiamo detto fin dall’inizio, l’autonomia è un aspetto imprescindibile e prioritario che, dovendo passare da Roma, necessita di un accordo a livello nazionale tra tutti i partiti di centrodestra. Siamo quindi soddisfatti di aver convinto, su questo punto, anche gli altri partiti”. Il governatore uscente Luca Zaia, dunque, probabile candidato per il terzo mandato e anche probabile vincitore, non avrà sorprese negative dagli alleati. In particolare Fratelli d’Italia non è mai parsa molto favorevole all’autonomia, almeno stando alle parole della sua leader Meloni. Questo accordo invece spiana la strada all’autonomia in Veneto e a Roma, se il centrodestra tornasse al governo. A meno che 5Stelle e PD non spiazzino tutti concedendo l’autonomia prima della destra? Ma a quel punto Zaia la accetterà o continuerà ad insistere con le 23 materie di competenza?
Il documento siglato oggi compone le premesse di una ampia intesa raggiunta a livello nazionale nel centrodestra che ha proprio l’’autonomia differenziata’ tra i ‘temi prioritari’, così come previsto dalla Costituzione (articolo 116) e recentemente richiamata anche dal presidente Mattarella. Al centro degli impegni delle forze politiche, oltre all’autonomia, anche il presidenzialismo, pare voluto dalla stessa Meloni proprio per bilanciare l’autonomia, riforma della giustizia, infrastrutture. I partiti si impegnano inoltre a “non dare corso” ad accordi di governo insieme ad altre forze politiche, fatte salve diverse intese interne, condivise all’unanimità. Il riferimento è allo strappo di Salvini nel 2018 quando uscì dal centrodestra per andare al governo con il M5S.
Fonte (Public Policy)
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