In Veneto nel 2022 si è registrata una crescita record dell’inflazione. Questo articolo approfondirà l’argomento con dati statistici e proporrà una serie di consigli pratici per proteggere i propri risparmi.
Nella regione inflazione a +8,5%
Nel 2022, l’inflazione in Veneto ha toccato la quota record di +8,5%, con aumenti di prezzi dell’energia elettrica anche del 143%, che hanno portato molte difficoltà a famiglie e aziende. Il dato medio nazionale è inferiore (+8,1%), e su questo pesano particolarmente gli alimentari, le risorse energetiche e le varie categorie di servizi.
Tale aumento generalizzato dei prezzi è il più alto riscontrato dal 1985 e, di questa percentuale, il 4,1% riguarda l’aumento di prezzi dei soli beni di consumo. Le prime stime del 2023 permettono di sperare in un calo dell’inflazione e in un conseguente incremento dei consumi, elementi favorevoli alla ripresa dell’economia italiana.
Consigli a prova d’inflazione per proteggere i risparmi
Quando l’inflazione cresce, il potere d’acquisto di consumatori e professionisti si riduce. Tuttavia, con gli accorgimenti che seguono, è possibile ottimizzare le proprie spese ed evitare sprechi di denaro.
In primo luogo, una buona abitudine è fare investimenti diversificati, optando per prodotti finanziari con scadenze e tassi d’interesse differenti. In generale, gli strumenti che si adattano più rapidamente alla crescita dell’inflazione sono i Buoni ordinari del Tesoro (Bot), i depositi a breve termine e le obbligazioni.
Un’altra buona pratica è fare attenzione all’inflazione da costi, quel fenomeno che si verifica quando l’aumento dei prezzi dei fattori produttivi provoca l’aumento anche degli altri beni e servizi. Un esempio pratico di ciò è quello dei costi domestici: a causa dell’inflazione (ma anche della guerra in Ucraina e della pandemia), questi sono più che triplicati in meno di due anni. Per far fronte a questo problema, e per risparmiare sulle bollette luce e gas trova le offerte più economiche proposte dai fornitori, sfruttando dei comparatori di prezzi online.
Ma anche pianificare la gestione delle proprie finanze può fare la differenza: stabilire budget mensili, annotare attentamente spese ed entrate, e riservare un fondo dedicato alle emergenze sono abitudini semplici ma efficaci.
Può essere molto utile, infine, calcolare la propria percentuale di inflazione familiare utilizzando uno strumento apposito, reso disponibile gratuitamente dalla BCE, la Banca centrale europea. In questo modo ci si potrà fare anche un’idea delle spese personali su cui l’inflazione incide di più.
Perché non bisogna lasciare tutti i soldi sul conto corrente
Un’alta inflazione può portare a mantenere i propri risparmi fermi sul conto corrente. Questa, però, non è affatto una strategia fruttuosa, perché fa perdere di valore il proprio denaro. Come accennato sopra, infatti, è molto più saggio investire in prodotti come titoli di Stato e obbligazioni indicizzate.
Gli investimenti a medio o lungo termine consentono di riscontrare rendimenti più alti, al punto da ammortizzare gli effetti dell’alta inflazione; quelli a breve scadenza, invece, riescono ad adattarsi meglio alle fluttuazioni finanziarie, riducendo il rischio di volatilizzazione dei propri capitali.
Negli ultimi anni la percentuale di investitori italiani è aumentata e oggi è pari al 34%, una crescita del 4% rispetto al periodo pre-pandemia. In Italia, tra tutte le tipologie di investimento, vengono prediletti i buoni fruttiferi postali: non hanno costi di gestione né commissioni di collocamento o di rimborso e godono di una tassazione agevolata che va dall’1,5% al 3%, inferiore rispetto ad un conto corrente tradizionale con tasso più elevato.