La turista vicentina curiosa, accompagnata dal fotografo nonché marito Luigi Jodice e dai due assistenti pelosi Nino e Margherita, giunge a Piovene Rocchette, in provincia di Vicenza, perché le hanno indicato Villa Fraccaroli *, una palazzina abbandonata ma molto bella.
Arrivata a Piovene Rocchette chiede agli abitanti dove è situata tale villa. Nessuno la conosce finché un barista parla della Villa degli Spiriti che si trova poco distante, ed ecco Villa Fraccaroli.
“Ma perché è conosciuta come Villa degli Spiriti?” Si chiede la turista vicentina curiosa.
La vicenda (o leggenda) inizia nell’edificio accanto, nella cinquecentesca Villa Verlato proprietà dell’omonima famiglia, quando l’erede Lucia sposa un nobile Fraccaroli. Dalla loro unione nascerà anche Paolina Carlotta, la figlia per cui i genitori decideranno di far costruire la villa nel 1853.
Paolina Carlotta Fraccaroli, moglie di Francesco dalla Negra, possidente di Arzignano, commissionò la villa a uno dei più grandi architetti veneti dell’epoca, Antonio Caregaro Negrin, che restaurò il teatro olimpico. La villa, che sarebbe stata stupenda, rimase incompiuta perché i proprietari dovettero lasciare Piovene e tornare ad Arzignano per motivi di lavoro.
La leggenda vuole che il proprietario, Francesco, avesse commissionato la villa per fare studi di magia nera. Infatti all’interno si trovano mensole in pietra rette da statue con fattezze grottesche, ovvero nient’altro che dei contrafforti, per scacciare gli spiriti maligni.
La leggenda narra che, nel corso della costruzione, una bambina rimase uccisa da una trave che stavano issando e che il suo spirito vaghi per le stanze della villa.
La cosa strana è che quelle solide rovine siano rimaste incompiute nonostante la villa fosse stata commissionata ad uno dei più grandi architetti veneti del tempo.
Se vi capita di passare per Piovene Rocchette, fermatevi a curiosare come abbiamo fatto noi. Ne vale la pena.
*Nota: alcuni testi riportano Fraccaroli con una “c”….
Maria Cristina Strocchi – turista vicentina curiosa
Foto di Luigi Jodice