Forse è proprio in Veneto, e a Vicenza in particolare, che è nata per entrambi noi, indipendentemente l’uno dall’altro e anche prima di conoscerci reciprocamente, la passione comune per il vino. È questo, pertanto, il motivo per cui rendiamo omaggio ad una terra di grandi viticultori, un territorio in grado di restituire eccellenze enologiche che vanno ben oltre le 14 DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) e le 29 DOC (Denominazione di Origine Controllata).
Vocato alla vitivinicoltura sin dal tempo antecedente alla presenza dei romani nell’area, addirittura a partire dal VII secolo a.C., il Veneto si è con il tempo guadagnato un posto di tutto rispetto nel mercato italiano e internazionale del vino, soprattutto con le due punte di diamante che rappresentano il fiore all’occhiello della produzione locale, cioè il Prosecco e l’Amarone.
Dalla provincia di Treviso fino a quella di Verona siamo al cospetto di due terroir (il rapporto che lega un vitigno al microclima e alle caratteristiche minerali del suolo in cui è coltivato) davvero particolari
Da un lato le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 2019, che ci restituiscono la “perla” della produzione italiana con le bollicine, un vino beverello e fresco per tutte le occasioni, principalmente prodotto da uve Glera.
Dall’altro non si può non restare affascinati anche dalla bellezza naturalistica della Valpolicella, che con i suoi vitigni principali, cioè Corvina, Corvinone e Rondinella, ci regalano vini importanti nella struttura e nella qualità come l’Amarone e il Ripasso.
Sia chiara una cosa, però e prima di tutto. Di prosecchi in giro ormai ce n’è una quantità pressoché sterminata e, soprattutto, ce n’è per tutte le tasche e per tutti gli abbinamenti, ma ci preme anche precisare che i prosecchi non sono tutti uguali, così come va precisato, per il bevitore o la bevitrice un po’ distratto/a, che non basta avere le bollicine, il tappo a fungo e la gabbietta per essere di fronte ad un prosecco!
La particolarità del prosecco è legata proprio al suo territorio e al vitigno da cui è ricavato, un vitigno che risalirebbe addirittura all’epoca degli antichi romani. Si tratta di un vitigno che presenta una foglia di dimensioni medio-grandi, cuneiforme e pentagonale trilobata, talvolta anche pentalobata. Il suo acino, che si presenta sferoidale con buccia sottile e di colore giallo, si raccoglie in grappoli medio-grandi con due ali a forma piramidale e allungata. Il vitigno Glera matura verso la prima metà di ottobre, quando si possono ammirare tra le colline del trevigiano distese di produzioni di grandissima vigoria e qualità. Ovviamente, non tutta la vendemmia del vitigno Glera contribuisce a produrre quello che si può definire a tutti gli effetti un “prosecco”, ma solo quella legata ai disciplinari delle DOCG di Conegliano e dei Colli Asolani. Ma ciò non toglie che la sua produzione possa dare ottimi vini anche in zone diverse dalla provincia di Treviso, come la DOC dei Colli Euganei nei pressi di Padova.
La delicatezza e la leggerezza del prosecco, ottimo in tutte le occasioni, al punto da renderlo così famoso e apprezzato in tutto il mondo, sono date dall’armonia e dall’equilibro, ma anche da quella bollicina persistente che è la caratteristica del metodo Charmat o Martinotti spumantizzato in autoclave. È questa peculiarità che lo rende meno impegnativo dello Champagne, ma è anche questa la caratteristica che lo rende un vino a portata di mano, per tutte le tasche, per tutti gli abbinamenti, dall’aperitivo fino al dolce.
Ebbene, brindiamo a Vicenza e al Veneto ovviamente col loro vino…
Di Michele Lucivero, Gianluca Tesse (“Wine Specialists Council”)
Michele Lucivero, curatore della rubrica di divulgazione enologica online “Wine Specialists Journal” e collaboratore sulla testata ViPiu.it
Gianluca Tesse, presidente dell’associazione di sommelier “Wine Specialists Council”