Da lunedì 15 marzo i saloni e centri di bellezza saranno chiusi, ma non è chiaro ancora fino a quando. Una decisione mal digerita dai professionisti del settore, che da un anno a questa parte hanno adottato tutte le misure necessarie a garantire trattamenti in sicurezza: a detta loro, incomprensibile l’atteggiamento del governo che ha cambiato parere rispetto ai mesi precedenti, in cui perlomeno i saloni potevano rimanere aperti. ?Per far fronte all’improvvisa chiusura, Confartigianato ha immediatamente sollecitato tutti i Comuni vicentini ad emettere ordinanza, consentendo l’apertura degli esercizi per domenica 14 marzo, al fine di permettere a parrucchieri e estetiste di ultimare gli appuntamenti in agenda dato che le saracinesche saranno poi abbassate per un certo periodo. Appello prontamente raccolto da Francesco Rucco presidente della Provincia, il quale ha inoltrato medesimo invito a tutti i Sindaci, in accordo con il Prefetto di Vicenza. “Plaudiamo all’azione del Presidente Rucco ed anche all’iniziativa di molti Amministratori comunali che hanno prontamente accolto la nostra richiesta dando l’opportunità di tenere aperti domenica 14 – spiega in un comunicato Renata Scanagatta presidente della categoria Acconciatori di Confartigianato Vicenza – ci troviamo infatti di fronte alla necessità di garantire il servizio e accontentare i clienti che si riversano ora da noi, non potendo venire nelle prossime settimane”.
Una scelta insensata, sostengono gli operatori del settore, destinata a provocare un ulteriore danno ad un settore già fortemente provato dalla crisi: “L’esigenza dei clienti in particolare nell’ultimo periodo è stata quelle di stare bene anche con sé stessi attraverso i nostri servizi – aggiunge Valeria Ferron, presidente della categoria estetica dell’Associazione-. Inoltre sono necessari forti controlli affinché la chiusura non comporti, come in passato, l’aumento di attività irregolari e abusive, difficili da contrastare perché nascoste: lo abbiamo a lungo denunciato l’anno scorso, speravamo veramente di non rivedere più questa situazione. Ma non ci arrendiamo: faremo ancora sentire forte la nostra voce come associazione di rappresentanza di una categoria di operatori che hanno sempre dato il massimo per garantire ogni possibile forma di prevenzione nei nostri negozi. Riceviamo le persone una alla volta, su appuntamento e con tutte le protezioni necessarie, non facciamo assembramenti: le restrizioni sulle nostre attività sono assurde e inaccettabili”.