“Oggi davanti alle battaglie che abbiamo davanti qual è l’elemento unificante della nostra Europa contemporanea”? La domanda è stata posta dal presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti in apertura del convegno “Palmam Genuere Carinae” svoltosi nella sala Bernarda della Loggia del Capitaniato a Vicenza per celebrare i 450 anni della Battaglia di Lepanto. Citando ” Fernand Braudel il presidente del Consiglio regionale ha spiegato il formidabile impatto che ebbe il successo navale nell’immaginario collettivo anche se “nei mesi immediatamente successivi alla vittoria navale ‘fu il comportamento delle potenze cristiane a non brillare né per lealtà, né per coerenza’ com’ebbe a notare Franco Cardini, per cui l’Europa non seppe sfruttare quella vittoria. Credo che noi tutti si debba riflettere su Lepanto e non già per esaltare uno scontro che, per molti aspetti, fu epocale, ma per evitare l’errore che ne seguì. Nel 1571 l’Europa, una Europa travagliata dalla divisioni religiose, trovò la forza nelle sue antiche radici cristiane. Nella seconda metà del Cinquecento l’avanzata, all’apparenza inarrestabile, dell’impero Ottomano aveva seminato in Europa un clima di tensione e speranza, paura e attesa dal sentore quasi millenaristico; allora si avvertiva palpabile l’approssimarsi di una svolta epocale, di un momento cruciale dal quale sarebbero dipesi i destini delle nazioni cristiane: “già era da tutte le parti il Christianesimo pieno di terrore” scriveva il Contarini nel ricostruire i primi mesi del 1571 e per tutti, cattolici e riformati, protestanti e fedeli alla cattedra romana era chiaro che: “Inimicus crucis, inimicus Europae”. E non a caso la vittoria fu salutata come un miracolo e persino il laico Senato veneziano, di chiara cultura laica, non ebbe dubbi: ‘Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii victores nos fecit’, (‘non il valore, non le armi, non i condottieri ma la Madonna del Rosario ci ha fatto vincitori’) Oggi davanti alle battaglie che abbiamo davanti qual è l’elemento unificante della nostra Europa contemporanea? Io penso che l’elemento unificante sia il credere nella libertà individuale, nel libero mercato, ma anche nel welfare state che ci spinge a dire che nessuno deve rimanere indietro, nessuno deve rimanere solo. Ser l’Europa ritroverà questo spirito – ha concluso il Presidente del Consiglio regionale del Veneto – avremo un futuro anche nell’affrontare quella transizione ecosostenibile che costituisce una sfida eccezionale”