Venezuela, abbiamo già visto: Maduro è il presidente legittimo, non Guaidó

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In Venezuela gli Usa appoggiano Guaidò
In Venezuela gli Usa appoggiano Guaidò

In Venezuela, ormai da tempo, è in atto un’aggressione contro il legittimo governo del presidente Nicolas Maduro. Legittimo perché, se ce ne fossimo dimenticati, Maduro è stato eletto con una consultazione democratica e Juan Guaidó no.

Certamente l’esperienza bolivariana di un cambiamento radicale in senso socialista nella conduzione e nell’organizzazione del paese non piace ai conservatori e agli imperialisti statunitensi che hanno sempre visto nel “chavismo” un pericolo per la loro egemonia e supremazia.

Dobbiamo renderci conto che gli Stati Uniti vogliono costringere tutte le nazioni e in particolare gli stati latino-americani, che ritengono cose di loro proprietà, a una sudditanza economica e militare che impedisca loro di essere realmente sovrani e artefici del proprio futuro.

È sempre stato così. Ricordiamoci gli anni 60 e 70 del secolo scorso. Il Cile di Allende, la Bolivia di Torres, il Panama di Torrijos, il Perù di Velasco Alvarado, tentativi di riscatto di interi popoli sconfitti dall’imperialismo statunitense grazie a colpi di stato cruenti e a vere e proprie guerre economiche che tendevano a strangolare quelle nazioni. Ricordiamoci in particolare del Cile di Allende, prima aggredito economicamente con la creazione di penuria di generi di primaria necessità, poi distrutto dalla violenza e dalla ferocia di un colpo di stato e di un regime fascista che ha provocato decine di migliaia di morti.

Oggi, in Venezuela succede qualcosa di molto, troppo simile. Secondo chi ritiene di essere il “padrone del mondo” bisogna affermare la propria supremazia, bisogna imporre il modello capitalista e imperialista con una politica arrogante e coloniale. Bisogna, secondo loro, distruggere ogni tentativo di rivoluzione, bisogna “mettere il cappio al collo” a chiunque tenti di non piegare la schiena e lotti per dare dignità a popoli ai quali questa è stata tolta e negata da tantissimi secoli.

Oggi si agisce impoverendo le popolazioni, istigando alla “rivolta” reazionaria, finanziando atti criminali e terroristici, instaurando regimi palesemente fascisti come oggi nel Brasile di Bolsonaro. Lo si fa con veri e propri colpi di stato, (anche se vogliono farli sembrare “morbidi” e senza tanto spargimento di sangue) comprimendo e cancellando qualsiasi diritto collettivo o individuale conquistato in questi ultimi decenni. Lo fanno con l’arroganza e la menzogna del potere, quella per la quale la colpa risulterà essere sempre dei progressisti, dei socialisti, dei comunisti.

Ricordate, è bene ritornare su questo punto che è fondamentale, anche Allende fu definito e dipinto dai “padroni del mondo” come responsabile della crisi che viveva quel paese.

Oggi con il Venezuela è lo stesso. Uguale strategia, tattica simile. E la situazione internazionale è peggiorata rispetto a decenni fa. Non esiste più una solidarietà internazionale popolare, “dal basso” come si usa dire oggi, degna di questo nome.

Vediamo, invece, in queste ore lo SPI-CGIL accodarsi, sponsorizzare di fatto e “dare sostegno” a tentativi di rovesciamento del legittimo (sì, è bene ripeterlo, legittimo) governo del presidente Nicolas Maduro da parte di personaggi che si autoproclamano “presidenti ad interim”.

Questo sostegno dei tentativi di rovesciamento del governo bolivariano del Venezuela da parte di chi si autodefinisce progressista è sinceramente inquietante, quasi incredibile. Sarebbe come se il movimento operaio degli anni ’70 del 1900 si fosse schierato dalla parte di Pinochet contro Allende e il governo di “Unidad Popular” perché ritenuti responsabili di una crisi che era, invece, creata dai “padroni del  mondo”. Impensabile e antistorico.

Attenzione! La grande stampa italiana e internazionale indica in Maduro il dèmone da abbattere, ma è il modello sociale e politico iniziato da Chavez (è bene ricordarlo, con metodi assolutamente democratici) che, secondo “lorsignori”, deve essere distrutto. Nel mondo, secondo gli imperialisti e i capitalisti di ogni risma, non ci può essere nessuna velleità di riscatto per chi , secondo loro, deve continuare ad essere un suddito sottomesso al “pensiero unico”.

È disperante e triste, comunque, vedere personaggi che si definiscono di “sinistra” appoggiare l’abbattimento anche violento di governi legittimi come quello del Venezuela, appoggiare e finanziare regimi apertamente fascisti come quello instaurato a Kiev, sponsorizzare i bombardamenti contro Gheddafi ieri e la Siria di Assad ancora oggi, fornire armi di distruzione a chi bombarda lo Yemen … creare il caos costi quel che costi in ogni parte del mondo si ritenga utile agli affari dei “padroni del mondo”.

Noi non ci stiamo. Non ci accodiamo al pensiero unico. Noi siamo partigiani. Per questo ci schieriamo dalla parte del governo bolivariano di Venezuela e lotteremo sempre contro qualsiasi regime fascista o parafascista, sia esso quello di Kiev, quello di Bolsonaro in Brasile, quello di Trump negli USA.

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.