Verona, 8-9 maggio 2022. Il Meeting formativo nazionale Donne Impresa torna in Veneto: “Donne, Impresa, Credito… Prospettive di crescita”

120 le delegate attese a Ospedaletto di Pescantina. 97.293 le imprese femminili in Veneto (7,2% tot. nazionale) di cui 20.449 artigiane. 36.376 le imprenditrici artigiane venete (22,2% del totale imprenditori artigiani in regione)     In valori assoluti siamo la 2ª regione per numero di donne con cariche in imprese artigiane

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Numeri importanti e interventi prestigiosi per il ritorno, dopo l’evento del 2015 a Treviso, dell’annuale Meeting formativo nazionale Donne Impresa in Veneto, a Verona e precisamente a Villa Quaranta Tommasi Wine Hotel e SPA ad Ospedaletto.

120 imprenditrici iscritte, più della metà da fuori regione, la lectio magistralis della Dr.ssa CLAUDIA SEGRE Presidente, Global Thinking Foundation che da anni sostiene e promuove iniziative e progetti legati all’alfabetizzazione finanziaria, la chiusura da parte dell’assessore Regionale al Lavoro Elena Donazzan a cui si sommeranno i saluti dell’On. Alessia Rotta, del Presidente Unioncamere del Veneto Mario Pozza ed del Vice Presidente della CCIAA di Verona Paolo Tosi. Presenti anche il Presidente di Confartigianato Imprese Veneto Roberto Boschetto e quello di Confartigianato Imprese Verona Roberto Iraci Sareri. Tema della 2 giorni “Donne, Impresa, Credito…Prospettive di crescita” affrontato in 3 sessioni tutte tenute da tecnici di Banca d’Italia.

“La pandemia e lo scoppio delle guerra stanno mettendo le nostre aziende in seria difficoltà –afferma Barbara Barbon Presidente di Confartigianato Donna Impresa del Veneto-. L’aumento del costo di energia e materie prime avrà ricadute pesanti sulle micro e piccole imprese, ponendoci ancor più nella necessità di accedere al credito ed a strumenti finanziari di supporto. Purtroppo, secondo dati forniti da Istat e Banca d’Italia, nei primi nove mesi del 2021 si è osservata una attenuazione della crescita dei prestiti alle imprese. Infatti, seppur in miglioramento rispetto a fine 2020, permane comunque una maggiore difficoltà di accesso al credito da parte delle micro e piccole imprese. E, se alla dimensione dell’impresa sommiamo anche il “genere”, l’accesso al credito e la valutazione della rischiosità diventano criticità davvero importanti”.

“Il problema dell’accesso al credito da parte delle imprese femminili –prosegue– trova conferma sia da indagini Unioncamere: le donne richiedono meno prestiti rispetto agli uomini e soprattutto hanno un atteggiamento di diffidenza e distacco nei confronti delle banche e in particolare modo del debito bancario, che dall’Osservatorio Nazionale sul Credito per le PMI. L’accesso al credito rappresenta uno dei fondamentali gender gap che caratterizzano l’Italia soprattutto nelle prime fasi dell’attività imprenditoriale. Il funding gap potrebbe quindi essere il fattore che ostacola la crescita delle imprese femminili. Numerose ricerche mostrano inoltre come il genere possa essere un elemento condizionante per le banche nella scelta dell’accettazione o del rifiuto, del tasso di interesse applicato o delle garanzie personali richieste”.

“In un contesto come questo –conclude Barbon-, l’educazione finanziaria diventa quindi estremamente importante per gli imprenditori: disporre di informazioni chiare e accessibili, avere consapevolezza delle opportunità offerte e dei rapporti e dei criteri che regolano il mercato bancario e finanziario costituiscono una “leva” imprescindibile per la sopravvivenza e lo sviluppo delle nostre imprese. Momenti di confronto e formazione come questa due giorni sono preziosi e per questo ringrazio la Presidente Nazionale DonneImpresa Daniela Biolatto di ver organizzato questo appuntamento. Torneremo a casa con una accresciuta consapevolezza e con una maggiore conoscenza degli strumenti e dei criteri che regolano le scelte finanziarie ed i rapporti con le banche. L’Italia, rispetto agli altri Paesi Ocse, ha un livello più basso in termini di educazione finanziaria, con le donne che scontano un ritardo ancora maggiore. Un gap che, se non colmato, avrà conseguenze non soltanto in termini economici, ma anche di espressione politica e di partecipazione democratica. Una maggiore presa di coscienza delle proprie potenzialità da parte del mondo femminile abbinata a una migliore educazione finanziaria genererà quindi effetti positivi sull’intera comunità: individui più consapevoli possono prendere migliori decisioni finanziarie e pertanto contribuire ad aumentare il welfare collettivo”.

 

La fotografia dell’imprenditoria femminile

In Italia si contano 1.342.703 imprese femminili, pari al 22,1% del totale imprese.

Di queste, 219.198 sono imprese artigiane (pari al 17% del totale artigianato e al 16,3% del totale imprese femminili).

Se guardiamo alle donne con cariche in imprese artigiane, si contano 345.974 imprenditrici che ricoprono la carica di titolare, socio o amministratore. Un esercito che a livello nazionale  rappresenta il 21,5% degli imprenditori artigiani.

Veneto. La nostra Regione rappresenta  il 7,2% dell’universo nazionale delle imprese femminili: 97.293 in valori assoluti. Di queste, 20.449 sono artigiane.

Il Veneto conta 36.376 imprenditrici artigiane che rappresentano il 22,2% del totale degli imprenditori artigiani; un’incidenza, questa, leggermente superiore al dato nazionale (21,5%). In valori assoluti siamo la seconda regione per numero di donne con cariche in imprese artigiane.